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I diktat dei commercianti: «Ok al tram, ma indennizzi»

Lepore: «Serve collaborazione». Postacchini (Ascom): «Non solo sgravi sulla Tari». Rossi (Confesercenti): «Confronto continuo e non si riducano i parcheggi»

Incassato il via libera ai finanziamenti da 222 milioni di euro per la linea verde del tram, Matteo Lepore ieri ha lanciato un appello alle forze economiche: «Serve grande collaborazione. Siamo molto contenti. A questo punto abbiamo quasi 900 milioni da investire sul tram e altrettante risorse che arriveranno nei prossimi mesi su altri progetti».

Le associazioni dei commercianti, però, frenano l’entusiasmo dettando alcune condizioni. In primis, la necessità di indennizzi per quelle attività che verranno penalizzate dai cantieri del tram. La linea rossa partirà tra la fine del 2022 e il 2023, mentre per la verde (per la quale si sono appena ricevuti i finanziamenti) ancora non si ha un cronoprogramma, sebbene si ipotizzi un inizio dei lavori non prima del 2024. Resta, comunque, una certezza: i fondi Pnrr vanno spesi entro e non oltre il 2026. Ma se il sindaco tende la mano promettendo di «superare i disagi», Enrico Postacchini, presidente di Ascom Confcommercio, ammette che più ci si avvicina alla partenza dei cantieri, più «cresce l’apprensione tra gli associati».

Che arrivino indennizzi pare chiaro, è il mantra, ma «vogliamo vedere di quale entità saranno». Insomma, assodato il fatto che l’opera c’è e, «sebbene secondo noi sia superata, ormai non ci si può fermare», servono cifre importanti per permettere ai commercianti di non essere troppo penalizzati, tanto da costringerli ad abbassare la serranda. Morale: «Non basta togliere la Tari», è l’avvertimento. Dello stesso avviso Loreno Rossi, direttore di Confesercenti, che però guarda positivamente all’ok ai finanziamenti per la linea verde (da via dei Mille a Castel Maggiore). «Il tram è un’occasione che non si può perdere e il fatto che colleghi anche Castel Maggiore, poi, è un’opportunità importante per i comuni della prima cintura».

Detto questo, però, Rossi detta comunque tre condizioni imprescindibili: in primis, il confronto continuo con le attività commerciali che incrociano il tragitto della nuova linea; non diminuire il numero di parcheggi (se, quindi, vengono eliminati per il passaggio del tram, vanno recuperati); infine i famosi indennizzi per le attività commerciali oltre agli sgravi fsicali «o il rischio, dopo la batosta del Covid, è che alcune attività non resistano ai disagi». 

Dà garanzie Federica Mazzoni, la presidente del quartiere Navile, interessato dalla linea verde: «Ci saranno disagi non banali con i cantieri, certo, ma verranno gestiti al meglio, mettendo a disposizione risorse di indennizzo per gli esercenti». Del resto, è il ragionamento, «quando ci si domanda che cosa fa Bologna per la transizione ecologica, la risposta è anche questa: il tram. Vera alternativa ai mezzi privati molto inquinanti».

di Rosalba Carbutti, il Resto del Carlino, 6 novembre 2021

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