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La città in vetrina, il turismo scalda i motori

Accorsi gira lo spot sulle città d’arte tra la piazza e il Comunale. Bologna Welcome lancia una ‘app-bussola’, tanta bici e tour fra gli scaloni

Ciak, si riparte. Forse. Di certo da ieri– con Stefano Accorsi in piazza Maggiore a raccontare le bellezze di Bologna per uno spot promozionale delle Città d’Arte dell’Emilia-Romagna, il giorno dopo in cui il Governo ha allentato le restrizioni per cultura, spostamenti e commercio, è possibile sperare.

L’attore bolognese, testimonial della Regione, si aggirava in mattinata in piazza Maggiore durante le prime riprese per una campagna televisiva nazionale, promossa da Apt, con le Destinazioni turistiche regionali (Bologna-Modena, Visit Emilia e Visit Romagna). Sul suo profilo Instagram lo stesso Accorsi ha fatto fare un mini-tour della piazza, mostrando San Petronio e Palazzo d’Accursio, prima di spostarsi in un altro scrigno, quello del teatro Comunale. Due delle tante attrazioni, insomma, che aspettano solo che i turisti tornino con le loro valigie in città. «Lo spot è la punta di diamante delle nostre attività promozionali – spiega l’assessore regionale Andrea Corsini –, di certo le città d’arte sono quelle che soffrono di più, visto che sono chiuse al turismo da un anno. Questo annuncio del Governo è un segnale molto positivo, di speranza e di certezza per programmare. Si prefigura uno scenario in cui, un po’ alla volta, i turisti potranno muoversi. Almeno quelli nazionali: sugli internazionali, così importanti per Bologna, bisognerà attendere la piena operatività dell’areoporto». Insomma, nonostante il momento «di forte crisi, vediamo l’orizzonte».

Le carte da giocarsi per far ripartire il turismo, ragiona Corsini, sono «gli eventi, speriamo si possano fare anche quelli sportivi, e gli spettacoli dal vivo, all’aperto e al chiuso. E poi i musei: sono luoghi sicuri, applicando i protocolli». Anche se, chiosa l’assessore, «nelle città d’arte per avere flussi rilevanti, bisognerà aspettare probabilmente fino a fine estate-inizio autunno». Previsione, quest’ultima, anche di Celso De Scrilli (Federalberghi Bologna) per cui la linea del Governo è «un segnale», anche se «per gli alberghi, sempre rimasti aperti, non cambia niente. Per noi il 2021 sarà peggio del 2020». Il punto è che «di prenotazioni non ce ne sono». Finché non si riparte dall’estero, più che il turismo, «potrebbe muoversi qualcosa per quanto riguarda gli affari», anche se «i grossi eventi fieristici sono stati spostati all’autunno o rimandati». Per le città come Bologna, il periodo d’oro, soprattutto per i turisti stranieri «è la primavera, fino a maggio. Ora guardiamo a settembre, sperando nelle vaccinazioni e nella ripresa degli areoporti».

Nel frattempo, ha i «motori caldissimi» Bologna Welcome. «Veniamo da mesi terribili, ma guardiamo al futuro con ottimismo. Da questa estate ci aspettiamo una fotocopia del 2020 – esordisce il presidente Giovanni Trombetti –: nteresse per l’outdoor e turismo di vicinanza. Per gli stranieri, immaginiamo spostamenti in auto da Paesi vicini». Da Bologna potranno scoprire «l’Appennino, la pianura e Imola – prosegue –. Lavoriamo su nuovi prodotti, come la Ciclovia del Sole: stiamo cercando di valorizzare con San Giovanni in Persiceto il primo bed and bike». Altri focus sono «la motor valley», a partire dalla cartolina di oggi dal circuito di Imola e il cibo.

E poi ancora «la torre del’Orologio, nel mese di apertura spesso sold out. «Abbiamo comunicato la destinazione sicura – spiega Trombetti –, con slot un più distanziati. Speriamo di riaprire presto Casa Dalla e stiamo dando vita a nuovi tour sotto i portici, ad esempio quello degli scaloni: partiremo da sei palazzi storici di Strada Maggiore». Fra le novità, una app, My Bologna, «una bussola su quello che succede in città: si possono prenotare online visite, con tanto di podcast e call center». E mentre, la «promozione resta «molto importante per le città d’arte, tanto che questa campagna con Accorsi è stata fortemente voluta dal territorio», tanti nodi sono da sciogliere, come il passaporto vaccinale. «Ovvio che un lasciapassare che autorizzi a venire in città – conclude Trombetti – darebbe possibilità al turista di essere più tranquillo».

di Letizia Gamberini, il Resto del Carlino, 18 aprile 2021

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