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Addio Anna Majani, la regina del cioccolato

L’imprenditrice, vicepresidente dell’azienda di famiglia, si è spenta domenica a 85 anni. La segretaria: «Non la dimenticheremo»

Addio ad Anna Majani, la regina del cioccolato. L’imprenditrice, 85 anni, si è spenta domenica a causa di complicazioni da Covid. Era vicepresidente della Majani, la più antica fabbrica cioccolatiera d’Italia, nota nel mondo per la Scorza, il Cremino Fiat, il tortellino di cioccolato. Fu fondata nel 1796 da Francesco Majani, che aprì in vicolo Colombina il ‘Laboratorio delle cose dolci’. «È l’azienda di famiglia da sette generazioni. Siamo un caso unico», ricordava con orgoglio Anna Majani. Che ha lavorato tutta la vita in azienda – dove entrò appena diciottenne – con entusiasmo ed energia. «Perché – diceva – bisogna cercare costantemente di essere all’altezza della propria storia».

Nella sede della Majani, a Crespellano, i telefoni non smettono di suonare. Cristina, la segretaria personale della ‘Signorina’ (così tutti chiamavano Anna, in azienda), risponde con cortesia. «C’è tanta commozione, tanto stupore», commenta Cristina. «Arrivederci Signorina… rimarrà sempre nei nostri cuori!», è il ricordo dei dipendenti sulla pagina Facebook della Majani. «L’azienda per lei era tutto», racconta Cristina. E ricorda «l’energia, la passione, la determinazione e la disciplina» che la Majani metteva, da sempre, nel suo lavoro. «Non la dimenticheremo». «Era una donna con un’idea bella di come si fa azienda: con il rispetto per chi lavora per te e il rispetto del cliente», commenta addolorato l’ex sindaco Sergio Cofferati, amico di famiglia.

«Ci eravamo sentiti dieci giorni fa, stava bene. La nostra era un’amicizia vera. Nei passaggi difficili della vita ci siamo sempre confortati a vicenda. Anna è stata una bella figura per Bologna». «Io perdo un’amica – dice Andrea Cangini, senatore di FI, già direttore del nostro giornale –, ma Bologna perde di più: una gran donna, un’imprenditrice straordinaria, una mecenate animata da un’irrefrenabile passione per l’arte». Donna di forte personalità, la Majani affermava di avere ereditato dal padre Francesco «l’educazione, il senso dell’onore, della lealtà, cose oggi rare e inacquistabili».

Oltre all’azienda, la Majani aveva due passioni: il teatro («il mio grande amore») e la musica. Conosceva registi e attori. Di alcuni – su tutti Pier Luigi Pizzi e Giuliana Lojodice – era amica: Gabriele Lavia, Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Milena Vukotic, Aroldo Tieri. Studentessa di pianoforte da bambina («ho avuto come maestro uno dei tre fratelli Arcangeli, Nino») la Majani è stata membro del cda del Comunale e sostenitrice di tutte le associazioni musicali cittadine. In città erano notissimi – e ambitissimi – i suoi ‘salotti musicali’ e i ‘dopo teatro’, con artisti, imprenditori e politici. La politica è stata una parentesi nella vita di Anna Majani: a inizio degli anni Duemilia venne eletta, per l’Ulivo, in consiglio regionale . Grand’Ufficiale della Repubblica, la Majani era Medaglia d’Argento dell’Hospitalitè-Lourdes. Andò a Lourdes per la prima volta nel 1963, con l’Unitalsi, come barelliera; divenne membro italiano della giunta dell’Hospitalité Notre Dame de Lourdes. «Quando si torna a casa dopo un’esperienza con i malati – ricordava –, si smette di lamentarsi dei propri piccoli, spesso insignificanti, problemi personali».

Luca Orsi, Il Resto del Carlino, 2 marzo 2021

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