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L’Sos dalla montagna

Qui si rischia di chiudere per sempre, Piero Baldassarri. Senza lavoro i ristoranti muoiono, Cristian Gandolfi

Piero Baldassarri. Il nuovo decreto sancisce la chiusura, speriamo non definitiva, di parecchie strutture ricettive dell’Appennino bolognese. Mentre durante la stagione estiva abbiamo registrato una discreta presenza di visitatori, grazie ai distanziamenti ed alla possibilità di stare all’aria aperta, questo provvedimento cancella ogni nostra speranza di uscire dai blocchi della area arancione avendo la possibilità di poter ospitare, sempre in sicurezza, qualche cliente.

Il divieto di spostamento fra le regioni dal 21 dicembre all’Epifania di fatto – prosegue l’albergatore – ci riduce moltissimo il bacino di utenza e per la maggior parte dei nostri clienti abituali si chiudono le porte ad una piccola vacanza per rigenerarsi in Appennino. A questo si aggiunga che il giorno di Natale, Santo Stefano e Capodanno non saranno possibili spostamenti extra comunali ed il piatto della chiusura è servito! Un piccolo comune dell’appennino, come ad esempio Loiano che non raggiunge i 5000 abitanti, non può sicuramente essere il bacino di clientela di una struttura alberghiera o di un ristorante come il nostro. II vincolo della cena in camera per il Capodanno rappresenta infine l’amara la ciliegina sulla torta… Le strutture del nostro appennino che hanno fra i punti di forza il verde e gli spazi ampi che permettono i distanziamenti – conclude Baldassarri – si trovano con le armi spuntate e con le restrizioni imposte non possono fare altro che chiudere in attesa di tempi migliori.

Titolare dell’Hotel Palazzo Loup di Loiano

Cristian Gandolfi. La stagione sciistica annullata o rimandata, l’appennino chiuso e il divieto di spostamenti tra Comuni rappresenterebbe per noi ristoratori della montagna una vera e propria mazzata. L’ennesima prova del totale abbandono in cui versa l’intera categoria, senza tutele e garanzie, con un governo sordo e cieco di fronte a una drammatica situazione. Le indiscrezioni che vogliono i ristoranti ancora chiusi dalle 18 durante le feste, il blocco degli spostamenti tra regioni e Comuni, le piste da sci chiuse, se confermate avrebbero un impatto durissimo sulla già traballante situazione finanziaria dei pubblici esercizi.

Per bar e ristoranti l’indotto generato dai turisti e da chi decide di passare una giornata in montagna rappresenterebbe una grande boccata d’ossigeno. Tenere tutto chiuso e limitare gli spostamenti, invece, creerebbe ulteriori drammatiche criticità. Che senso avrebbe riaprire senza clienti? Chi ci governa dovrebbe porsi questa domanda e agire, invece di additare i ristoratori come untori. Le istituzioni, invece, navigano a vista. Come categoria stiamo pagando un prezzo salatissimo a causa di questa disorganizzazione: è grave che a oggi non sia stato definito con precisione il giorno del ritorno in zona gialla.

Una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti di chi deve riaprire un locale. Da marzo a oggi nulla è cambiato. La nostra categoria continua a essere ignorata e in balia di decisioni sbagliate.

Titolare del Gambrinus di Gaggio Montano

Il Resto del Carlino, 4 dicembre 2020

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