Federauto, lo studio analizza i profondi cambiamenti sul sistema generati dalla pandemia da Covid-19 durante e dopo il periodo delle chiusure
Presentato, il 4 novembre u.s., presso il CNEL, il 17° Rapporto Audimob Isfort sulla mobilità degli italiani (in allegato). Il Rapporto fornisce alcune interessanti indicazioni sui cambiamenti intervenuti nella mobilità degli italiani durante il periodo delle chiusure e nei mesi successivi, offrendo, anche, un quadro delle più generali tendenze evolutive del fenomeno.
Il Rapporto evidenzia, infatti, che dal 2017, fino a prima della pandemia, la mobilità degli italiani aveva ripreso a crescere, con aumenti nel 2019 rispetto a due anni prima di circa il 14% delle percorrenze totali espresse in passeggeriXchilometro, e dell’8% del numero degli spostamenti giornalieri. Si cominciava, quindi, a muoversi più di prima e su distanze mediamente più lunghe.
D’altra parte, l’allungamento della distanza media degli spostamenti appare confermata, anche, dalla progressiva riduzione della quota di spostamenti “di prossimità” (fino a 2 km) scesa, nel passaggio dal 2001 al 2019 dal 38,6% al 32,4% e dalla contestuale crescita degli spostamenti Medi (compresi tra 10 e 50 km), passati dal 17,1% del 2001, al 22,3% del 2019. Nel periodo dei provvedimenti di chiusura (dal 12 marzo al 3 maggio), il numero complessivo degli spostamenti giornalieri delle persone si è ridotto del 67% (rispetto alla media del 2019), la distanza mediamente percorsa si è dimezzata, e conseguentemente, le percorrenze totali espresse in passeggeriXchilometro sono diminuite dell’84%.
Con le riaperture che sono avvenute successivamente, la mobilità degli italiani ha registrato un positivo rimbalzo, che ha visto rispettivamente il numero degli spostamenti e le percorrenze complessive crescere del 156% e del 352%, rispetto al periodo delle chiusure. Il Rapporto segnala, però, che nonostante questa ripresa, nei primi 5 mesi dopo le riaperture (18 maggio-15 ottobre), il numero totale degli spostamenti giornalieri ha registrato un calo del 17% (rispetto alla media del 2019) e le percorrenze totali una contrazione, ancora più intensa (-26%), a dimostrazione del perdurare della riduzione delle distanze medie degli spostamenti emersa durante le chiusure.
In tale periodo, infatti, il tasso di mobilità di prossimità, ovvero la quota di persone che hanno compiuto spostamenti entro i 5 minuti a piedi è triplicato, passando dal 6% a circa il 18%. Se nel 2019 la mobilità attiva (a piedi in bicicletta o monopattino) costituiva il 23,8% del totale, quella motorizzata privata (auto e moto) il 64% e quella collettiva (metro, bus, treni e sharing) il 12,2%, con la pandemia anche la ripartizione modale degli spostamenti ha subito delle significative modifiche.
La mobilità attiva è cresciuta al 34,9% nel periodo delle chiusure per attestarsi nei 5 mesi successivi a poco più del 31% del totale. La mobilità privata motorizzata ha registrato le minori fluttuazioni, attestandosi intorno al 61% del totale in entrambi i periodi. La mobilità collettiva, infine, è crollata al 4,1% durante il periodo delle chiusure, per poi, attestarsi all’8% del totale, nel periodo successivo.
A questo proposito il rapporto evidenzia che nel periodo compreso tra maggio ed ottobre, a fronte di una riduzione media complessiva degli spostamenti giornalieri del 16%, rispetto alla media del 2019, quelli effettuati a piedi, in bicicletta o monopattino sono cresciuti dell’11%, quelli con auto e moto si sono ridotti del 21%, mentre quelli effettuati con bus, treni, e metro si sono quasi dimezzati (-46%).
Il Rapporto fornisce, anche, interessanti indicazioni sul grado di soddisfazione degli utenti dei diversi servizi di trasporto e mobilità: da questo punto di vista, l’auto continua a registrare i migliori risultati, per altro in crescita nel tempo, mentre tra i mezzi di trasporto collettivi le migliori performance le registrano i treni a media lunga percorrenza (trainati dall’Alta Velocità) e le metropolitane. Il rapporto registra, anche, un grande interesse degli italiani verso le nuove forme di mobilità come i monopattini, rispetto ai quali, però, l’80% del campione auspica l’introduzione di regole rigide a garanzia della sicurezza.
In conclusione, il documento fornisce alcune linee di tendenza per la mobilità del prossimo futuro che si caratterizzerà per volumi di domanda comunque inferiori rispetto a quella pre covid, per lo sviluppo della cosiddetta mobilità attiva, il perdurare di difficoltà per il Trasporto Pubblico Locale e la crescita del ruolo delle auto private.
Sebbene dal rapporto traspaia un’avversione di fondo verso tale modalità privata di trasporto, una sezione dello stesso dedicata all’apprezzamento da parte dei cittadini delle diverse misure adottate nel settore a seguito della pandemia le rende, per certi versi, giustizia segnalando gli incentivi introdotti per il rinnovo del parco circolante tra gli interventi più apprezzati dagli italiani, secondi soltanto alle misure di regolamentazione anti Covid adottate per l’uso del TPL e nettamente preferiti al cosiddetto buono mobilità per monopattini e biciclette, molto più presente nel pubblico dibattito.
Circolare n. 132/2020 – CO 29/2020
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