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«La Città metropolitana paralizza lo sviluppo». Allarme dell’Ascom

«Il Piano territoriale blocca i nuovi insediamenti e l’ampliamento delle attività esistenti in Appennino, chiediamo un confronto» Preoccupa la definizione degli ambiti produttivi sovracomunali di collina e montagna, perché secondo l’Ascom rischia di precludere ogni futura prospettiva di crescita per l’Appennino bolognese. E’ quella contenuta nel nuovo Piano Territoriale della Città Metropolitano, che giudica tali aree inidonee non soltanto per un’ulteriore espansione insediativa, ma anche per ampliamenti delle attività economiche già esistenti.

Un’affermazione che ha spinto Confcommercio Ascom Bologna, recependo le istanze di imprenditori, sindaci e Comuni della montagna, a presentare un’osservazione alla Città metropolitana con la richiesta non soltanto di rivedere profondamente definizione e articoli successivi, ma anche di prevedere l’inserimento di nuove e limitate aree edificabili a completamento di contesti esistenti e già organizzati. Del resto, la stessa Città metropolitana ha individuato la necessità di politiche ad hoc per l’Appennino e ponendo l’accento sulla necessità di favorire l’insediamento di nuove attività.

«Insediamento che tuttavia, a parere della nostra Associazione – sottolinea l’Ascom –, rischia di diventare una chimera se l’esigenza di non interferire con gli ecosistemi ambientali viene anteposta, e non invece integrata, con quella, altrettanto urgente, di tornare a far crescere la nostra montagna».

Per queste ragioni, Confcommercio Ascom ritiene essenziale l’apertura di una fase di confronto con la Città metropolitana che coinvolga tutti gli attori interessati, a cominciare naturalmente dai sindaci e dal mondo delle imprese. «Abbiamo incontrato le nostre aziende associate e condiviso le loro preoccupazioni – sottolinea Medardo Montaguti, Vice Presidente di Confcommercio Ascom Bologna –. Ecco perché abbiamo scritto alla Città metropolitana per chiedere importanti correttivi al Piano: non possiamo parlare di rilancio della montagna da una parte e poi porre dei limiti così stringenti alle aziende dall’altro. Le Istituzioni devono avere fiducia in chi fa impresa e fare di tutto perché continui a operare in montagna, ovviamente in armonia con l’ambiente: se ci ostiniamo a contrapporre sostenibilità e crescita non andiamo da nessuna parte».

«La montagna ha bisogno di un’attenzione particolare – aggiunge Giorgio Merli, Presidente del Consiglio di Delegazione Confcommercio Ascom di Porretta –. Inutile girarci attorno, per la montagna servono politiche ad hoc: lo stiamo facendo sul piano della fiscalità di vantaggio, del termalismo e dell’attrattività, ma ora dobbiamo imboccare con maggior decisione la strada della crescita e del rilancio».

Il Resto del Carlino, 18 ottobre 2020

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