La parola chiave è certezza, alle imprese servono certezze durature, in un contesto economico, sociale e sanitario dove però le certezze sono davvero poche. Tuttavia l’economia e gli operatori economici e di categoria come la Confcommercio le chiede almeno per orientare positivamente gli eventi. “Bene l’ipotesi del Governo di sostenere consumi e domanda interna attraverso misure di riduzione dell’Iva, sarebbe un segnale importante di fiducia che abbiamo sempre auspicato. Che non sia, però”, sottolinea il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, “una misura eccessivamente provvisoria. Consumatori e imprese hanno bisogno di certezze per programmare e realizzare scelte di acquisto e di investimento indispensabili per rilanciare l’economia”.
Il pessimismo non viene mitigato dai numeri che per i commercianti non sono affatto buoni. “L’economia italiana, nonostante la fine del lockdown, fatica a riprendersi”, commenta Sangalli, “A maggio i consumi sono calati del 30 per cento, le famiglie hanno meno reddito e molte imprese rischiano la chiusura. C’è pochissimo tempo, bisogna passare subito dagli annunci alla concretezza dei risultati. A partire dalla liquidità, che molte imprese non hanno ancora visto, fino ad un piano di rilancio dell’immagine dell’Italia nel mondo”.
I report sui consumi inoltre sono tutti negativi con cali mai registrati prima. Nel confronto annuo l’indicatore dei consumi (ICC) segnala un calo del 29,4%, dato meno negativo se confrontato con il -47% di aprile, ma che conferma grandi difficoltà soprattutto per i servizi legati alla fruizione del tempo libero. Anche nel mese di maggio sono pochi i segmenti che registrano un segno positivo: l’alimentazione domestica, le comunicazioni e l’energia sono tra i pochi settori i cui consumi sono sopra i livelli di un anno fa.
“Per molti segmenti”, spiega la nota di Confcommercjo, “non solo il recupero è modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul futuro prossimo, come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l’area legata al turismo ed allo svolgimento di attività d’intrattenimento e relazione. Sulla velocità della ripartenza e sul suo consolidamento si gioca il futuro del Paese. Non bisogna trascurare i pericoli connessi all’avvio di un possibile corto circuito depressivo”.
Il disagio sociale, infatti, misurato sulla base del Misery lndex Confcommerc(jMo IC), ha conosciuto un’esplosione nel mese di aprile, legata al deciso deterioramento delle condizioni del mondo del lavoro, dipendente e autonomo.
“Aspettative pesantemente negative su questo versante minano la fiducia delle famiglie”, analizza Confcommercio “spingendole ad atteggiamenti ancora più prudenti nei confronti del consumo, con il pericolo di frenare il recupero”.
“I segnali di ripresa”, osserva Confcommercjo, “sono evidenti già da maggio e si confermano anche in giugno, seppure con impulsi d’intensità non pienamente soddisfacente: nei primi giorni lavorativi di giugno la crescita delle percorrenze di veicoli pesanti sulle strade italiane aumenta del 9,6% rispetto agli inizi di maggio; nello stesso confronto, l’energia elettrica immessa in rete cresce del 5,4%. Al rimbalzo congiunturale del 10,4% del PIL stimato per il mese di maggio, avrebbe fatto seguito un contenuto +4, 7% in giugno . Nel complesso del secondo trimestre, la riduzione del PIL sarebbe del 17,4% congiunturale e del al 21,9% su base annua. Queste cifre rendono ben chiara l’entità della montagna che il Paese deve scalare”.
Non lasciano comunque nemmeno troppo spazio all’ottimismo le note sui consumi tendenziali.
“Nel confronto tra maggio 2020 e lo stesso mese del 2019 i trend, pur confermandosi molto negativi per la quasi totalità degli aggregati, evidenziano alcuni timidi tentativi di recupero per alcuni segmenti”, rivela il Centro studi di Confcommercio.
“Al di là della conferma di un’evoluzione positiva per l’alimentazione domestica, per le comunicazioni e per altri servizi legati a una maggiore presenza in casa, segnali favorevoli si registrano per la domanda di elettrodomestici, tv e altri apparecchi. Allo stesso tempo un moderato recupero ha interessato l’abbigliamento e le calzature, i mobili ed i prodotti tessili per la casa ed i giochi e gli articoli per il tempo libero. Per le autovetture il dato meno negativo di maggio va letto con cautela”, osserva infine Confcommercio” in quanto, nel mese sono state effettuate consegne di ordini effettuati a gennaio e febbraio. Tra i servizi, per i quali si riscontrano ancora riduzioni che si avvicinano al 100%, qualche timido segnale di recupero si rileva per i pubblici esercizi. I limitati flussi turistici e il permanere di molte attività lavorative in casa rendono, peraltro, incerte le possibilità del settore di tornare in tempi ragionevoli su livelli vicini a quelli pre-pandemia”.
La Discussione, 24 giugno 2020
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