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Aeroporti, Bologna contro tutti. «No council tax? Un autogol»

L’ad Ventola sulla decisione della Regione di togliere l’imposta comunale a Forlì, Rimini e Parma

Una giornata da record, con il sapore amaro. Questo lo spirito con cui nella giornata di ieri l’aeroporto di Bologna ha festeggiato il raggiungimento degli 11 milioni di passeggeri, primato storico per lo scalo. È una gioia a metà perché nelle scorse settimane la Regione ha scelto di abolire la tassa municipale sui voli a partire dal prossimo anno per gli scali aeroportuali di Forlì, Parma e Rimini che registrano un traffico inferiore ai 700mila passeggeri l’anno. Quindi non a Bologna, dove tutto resta come prima: le compagnie aeree pagheranno i 6,50 euro a passeggero di tassa. In legge di bilancio, il Governo ha inserito l’emendamento che permette a Viale Aldo Moro di azzerare la tassa per tre scali emiliano-romagnoli, nell’ambito di una strategia più ampia per il rilancio dei quattro aeroporti.
A detta della Regione la soppressione di questa tassa renderà più attrattivi i tre scali, soprattutto per le compagnie low cost, che potranno così ampliare le loro tratte con marginalità più ampie. «Così rilanciamo tutti gli aeroporti del territorio», ha detto il presidente della Regione Michele de Pascale.
Questa scelta, però, non convince affatto l’amministratore delegato di Aeroporto di Bologna, Nazareno Ventola. «Una decisione che rappresenta oggettivamente una distorsione delle regole di mercato», così l’ha definita Ventola.
In questo modo, secondo Ventola, «il rischio è di penalizzare il Marconi di Bologna. Dovessero esserci impatti negativi sull’aeroporto del capoluogo, inevitabilmente ci saranno anche effetti avversi sull’occupazione e sull’attività generata nel territorio. Immaginare di trasferire parte del traffico aereo senza ricadute è un’illusione», sottolinea Ventola. La crescita di Bologna «è stata garantita negli anni da regole paritarie in ambito regionale, anche al di fuori della nostra zona», continua Ventola. Il pericolo, secondo l’amministratore delegato dello scalo bolognese, è quello di avere «un trasferimento a ‘somma zero’, quindi senza una crescita complessiva ma uno spostamento dei voli da Bologna ad altre zone.
Vedremo nei prossimi mesi cosa accadrà», conclude Ventola, confermando però di non aver avuto ancora «nessun segnale preoccupante da parte delle compagnie aeree».
Per il momento le aziende che gestiscono l’aeroporto Luigi Ridolfi di Forlì (Forlì Airport srl) e il Federico Fellini di Rimini (AIRiminum 2014 S.p.A) hanno scelto di non commentare le parole di Ventola. Così, per rispondere alle dichiarazioni dell’amministratore delegato di Aeroporto di Bologna (società che gestisce lo scalo del capoluogo) ritornano utili le risposte delle scorse settimane di de Pascale e delle assessore regionali Irene Priolo (Infrastrutture) e Roberta Frisoni (Turismo). «L’Emilia-Romagna sarà sempre più attrattiva e raggiungibile attraverso la valorizzazione di tutti e quattro i nostri scali, ognuno con le sue peculiarità. Avevamo chiesto un impegno bipartisan in Parlamento e la nostra richiesta è stata accolta». La manovra «permetterà alle compagnie aeree di aumentare le rotte lungo tutta la regione e di completare così il nuovo assetto aeroportuale che abbiamo disegnato per offrire servizi migliori ai passeggeri internazionali, agli emiliano-romagnoli e al turismo interno – continua la giunta regionale -. Così valorizziamo e sosteniamo tutti gli scali. La strategia, operativa da gennaio, può far crescere in maniera decisiva, armonica e sostenibile
tutta l’Emilia-Romagna».

Giovanni Di Caprio, Il Resto del Carlino – 30 dicembre 2025

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