Il presidente di Confcommercio dà un giudizio sulla manovra: “Accresciuta la propensione al consumo, ma restano capitoli aperti: il taglio dell’imposta di soggiorno e l’assenza di finanziamenti nella logistica”
«La manovra complessivamente ha il merito di aver tenuto i conti in ordine e aver portato avanti un processo di riduzione della pressione fiscale: in particolare con l’alleggerimento delle tasse sulle retribuzioni. Rappresenta un’occasione mancata, però, il non completo superamento dell’Irap. Il percorso in questa direzione resta, quindi, incompiuto». È netto il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sull’esito della complessa partita della legge di Bilancio per il 2026 che si chiude in queste giornate.
Quali misure vi soddisfano?
«Innanzitutto, la riduzione fiscale. Mi riferisco al taglio della seconda aliquota Irpef, che offre un beneficio concreto al ceto medio anche se andava estesa ai redditi fino a 60.000 euro per contrastare il drenaggio fiscale, alla riduzione di imposta, per il 2026 e il 2027, sui premi di risultato e partecipazione agli utili dal 5% all’1%, ma soprattutto alla detassazione degli aumenti contrattuali del 2026, derivanti da rinnovi firmati tra il 2024 e il 2026, con innalzamento del tetto di reddito da 28 a 33mila euro, aumentando così il numero di beneficiari».
Azione che rischiava di lasciar fuori i vostri rinnovi del 2024
«Sì. Una misura che è stata corretta in zona Cesarini includendo così i contratti del terziario, del turismo e dei trasporti che riguardano complessivamente circa 5 milioni di lavoratori. Si tratta di un segnale importante da parte del governo non solo perché va nella direzione di irrobustire la fiducia e accrescere la propensione al consumo, ma anche perché valorizza la contrattazione collettiva nazionale, responsabile e di qualità, realizzata dalle organizzazioni maggiormente rappresentative».
Altri rischi sono stati evitati?
«Tra le altre misure della manovra, bene aver evitato una stretta sulle compensazioni tra crediti di imposta e debiti contributivi – anche se resta la criticità della soglia ridotta – misura che avrebbe penalizzato le imprese, in particolare quelle di autotrasporto, che utilizzano in tal modo il rimborso periodico delle accise sul gasolio. Ma ci sono anche altri segnali positivi più che rischi evitati».
Quali?
«È positivo anche il segnale sulla cultura, con l’istituzione di un fondo dedicato, e l’introduzione del ‘bonus valore cultura’, misure a favore delle famiglie e dei giovani. Positive novità anche per il settore turistico ricettivo, con le norme di contrasto alla concorrenza sleale nel campo delle locazioni brevi e il trattamento integrativo speciale per i lavoratori che prestano servizio di notte e durante le festività, misura quest’ultima che riguarda anche i lavoratori dei pubblici esercizi. Ci sono poi segnali di attenzione anche verso la filiera della moda, un comparto strategico per l’economia del Paese, capace di generare valore, occupazione e identità. Alcuni strumenti previsti – in particolare gli incentivi fiscali del Piano Transizione 5.0 – possono produrre effetti positivi anche sulle imprese di questo comparto, sostenendo investimenti in innovazione, digitalizzazione, sostenibilità. Bene, infine, fra le diverse misure utili per sostenere i consumi, l’aumento da 8 a 10 euro della defiscalizzazione e decontribuzione dei buoni pasto».
Passiamo alle ombre che per voi restano nel pacchetto
«Resta incompiuto il superamento dell’Irap. L’auspicio è che si completi il processo di abolizione di questo tributo, a partire dalle società di persone e dalle associazioni tra professionisti. Nel turismo, delude la decisione di prorogare l’aumento del 40% dell’imposta di soggiorno, che era stata presentata come misura eccezionale per il Giubileo e che ora viene, invece, prorogata a tutto il ’26, con aumenti che possono arrivare sino al 120% nelle località interessate dai Giochi Olimpici e Paralimpici invernali Milano Cortina 2026. E poi ci sono le mancanze nel trasporto e nella logistica».
A che cosa si riferisce?
«Nel settore dei trasporti andava stanziato un finanziamento della catena logistica per lo sviluppo dell’intermodalità. Se dal 2027 l’autotrasporto potrà positivamente contare su 590 milioni del fondo mobilità sostenibile, restano, purtroppo, scoperti gli altri anelli del comparto. Occorre quindi prevedere una maggiore dotazione finanziaria per il sea modal shift – l’ex marebonus – e il ferrobonus e rendere strutturali questi incentivi».
Verso quale prospettiva andare nel 2026?
«Nel 2026 occorrono due cose: per i lavoratori buste paga più pesanti, continuando il percorso di riduzione delle tasse e tutelando la buona contrattazione delle parti sociali, per le imprese meno burocrazia e politiche di sostegno per favorire investimenti e innovazione».
Claudia Marin, Quotidiano Nazionale, 29 dicembre 2025