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Pietracolora si veste per il presepe. Cento figuranti e una buona causa

La grande rappresentazione vivente della natività sarà messa in scena il 24 dicembre e il 4 gennaio. Locande con le specialità locali: tutto il ricavato va alla missione di frate Maurizio Gentilini in Etiopia

Come ogni anno, a Pietracolora torna la magia della natività. La sera della vigilia di Natale, gli oltre cento figuranti locali, animeranno uno dei presepi viventi più coinvolgenti e partecipati della regione, con tanto di capanne di legno e di rami. Per l’occasione, i presenti avranno modo di gustare le più variegate specialità montanare. L’appuntamento è per le ore 19 del 24 dicembre, quando si animeranno le numerose locande gastronomiche. Alle 22 il parroco don Pietro Facchini celebrerà la messa nella chiesa parrocchiale di Santa Lucia. Al termine della funzione, verso le 23, ci sarà la rappresentazione della nascita di Gesù. «È una tradizione che aggrega profondamente il nostro, piccolo paese, sempre meno popolato – rivela Andrea Nicolini, presidente di Ascom Gaggio –. Siamo circa trecento residenti, quasi tutti coinvolti nella sacra rappresentazione. Mi preme ricordare che tutto il ricavato è devoluto in beneficenza, a favore della missione etiope in cui opera frate Maurizio Gentilini, un religioso di Pietracolora molto stimato. La certezza che i soldi raccolti finiscano impiegati nel migliore dei modi, accresce l’attaccamento generale alla manifestazione che va avanti da più di trent’anni, dai tempi del parroco don Angelo Passini». Negli anni, delegazioni locali si sono recate in Etiopia per apprezzare, dal vivo, gli effetti della generosità collettiva. La solidarietà, la devozione e l’amore per le tradizioni e gli antichi mestieri hanno reso nel tempo l’appuntamento uno degli eventi più significativi del panorama locale. Domenica 4 gennaio, sempre dalle 19, si svolgerà la replica che include l’arrivo dei Re Magi e un ventaglio di iniziative collaterali ancora più ricche. Gli spettacoli di giocoleria, gli intrattenimenti per bambini e adulti, i campanari, i ciacci bianchi, le zampanelle, i prodotti a base di castagne si rivelano degli ottimi antidoti per superare i rigori dell’inverno e prendere parte ad un evento che consente a chiunque di immergersi nell’incanto del periodo festivo. «La partecipazione e l’affetto delle persone – conclude Nicolini – scaldano sempre il cuore dei volontari che, dal canto loro, si sobbarcano una mole di lavoro notevole che rischia di rimanere un po’ in sordina, coperta dal clamore dell’iniziativa. Solo per montare le capanne, tutte realizzate in opera con materiale locale, impieghiamo un mese, a partire dagli ultimi dieci giorni di novembre, però ne vale la pena». Lo svolgimento delle due serate è, ovviamente assoggettato alle condizioni meteo. Trattandosi di un’iniziativa priva di scopi di lucro, il cibo è esclusivamente a offerta libera.

Fabio Marchioni, Il Resto del Carlino – 21 dicembre 2025

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