Una «zona rossa» intorno al PalaDozza. In arrivo le ordinanze per limitare i danni 

Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna: «I commercianti della zona sono preoccupati per le loro attività, quindi di quello che potrebbe essere la conseguenza di qualche incidente. Tutti però sono dell’idea di volere rimanere aperti»

Una «zona rossa» per difendere il quadrante di città dove domani sono annunciati gli scontri per la partita di basket di Eurolega tra la Virtus e gli israeliani del Maccabi Tel Aviv, attese in campo al PalaDozza per le 20,30. Nonostante gli appelli di Palazzo d’Accursio al Viminale, il sindaco Matteo Lepore ha alzato le mani: tocca giocare in difesa. E lo farà scrivendo le ordinanze a quattro mani con il questore. «Noi — ha spiegato il sindaco — ci occuperemo di tutto ciò che riguarda la mobilità, scuole, attività commerciali e cantieri del tram che ovviamente saranno liberati da tutto ciò che potrebbe essere utilizzato in modo pericoloso, e probabilmente ci sarà una sorta di zona rossa che avrà due livelli di filtro». Le ordinanze saranno pronte e divulgate oggi, quando saranno definiti tutti i dettagli, ma ieri il Comune ha già iniziato ad apporre in «zona rossa» i cartelli di rimozione dei mezzi privati.

Entrando maggiormente nel dettaglio, il primo cittadino ha spiegato ieri che le scuole interessate saranno «sicuramente quella accanto al PalaDozza (le Gandino Guidi dell’Ic17, ndr ) , e vedremo quali altre sulla base del perimetro che il questore ci darà nelle prossime ore». Inoltre, ha aggiunto ieri Lepore, «il questore sta concordando il percorso con i manifestanti».

Per quanto riguarda i tifosi che vorranno assistere al match, il sindaco ha fatto sapere ieri che «tutti gli abbonati entreranno con un filtro dove saranno valutati i nomi delle persone che devono entrare», anche se «si sa già che centinaia di tifosi non parteciperanno, soprattutto i genitori con bam bini, che non intendono portare i figli alla partita». Quest’ultimo dettaglio, ha osservato Lepore, «credo dica molto sulla situazione assurda in cui siamo a causa di chi di solito manifesta violentemente, ma anche a causa di una gestione dell’ordine pubblico che poteva essere sicuramente migliore nei confronti della città». Proprio sui costi per la gestione dell’ordine pubblico, infine, il primo cittadino ha dichiarato ieri: «C’è l’accordo che noi sicuramente non ci vogliamo fare carico di un euro in più di quello che dobbiamo: la Virtus ha dato disponibilità a mettere in campo delle risorse e il prefetto, con il questore, sta anche rivedendo questa parte per far sì che ci siano meno spese possibili per l’amministrazione».

Sulle ricadute della partita al PalaDozza ha messo nero su bianco sui social la sua preoccupazione anche il presidente del Porto-Saragozza Lorenzo Cipriani: «Di fianco al PalaDozza — ha scritto su Facebook — c’è l’Istituto comprensivo 17 con scuola materna, primaria e media. Centinaia di bambini e le loro famiglie rischiano di es sere coinvolte in quella che potrebbe di trasformarsi in una zona di scontri proprio quando i ragazzi dovranno uscire da scuola. Trovo fuori dal mondo che, nonostante i pericoli evidenti per chiunque abbia gli occhi per guardare, il ministro Piantedosi non impedisca lo svolgimento della partita o non imponga il trasferimento in altro luogo».

Le attività commerciali nella zona «calda» della partita di domani hanno avuto «ampie rassicurazioni: c’è una zona di protezione per l’evento. Per quanto riguarda l’orario delle attività non é previsto alcun anticipo di chiusura». Così ieri il direttore di Ascom Giancarlo Tonelli al termine dell’incontro del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. «Ci sono state date rassicurazioni — ha aggiunto — sul fatto che la presenza delle forze dell’ordine sarà di prevenzione. Quella tra Virtus e Maccabi é una partita di pallacanestro: mi sembra che siamo andati molto oltre le righe in questa città, ci sarebbe bisogno di vivere queste situazioni in maniera diversa, la politica dovrebbe avere più rispetto per lo sport. I commercianti della zona sono preoccupati per le loro attività, quindi di quello che potrebbe essere la conseguenza di qualche incidente. Tutti però sono dell’idea di volere rimanere aperti».

di Daniela Corneo, Corriere di Bologna, 20 novembre 2025

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