Rifiuti, l’appello dei commercianti: «C’è bisogno di più controlli e multe per far rispettare le norme a tutti»

Da Confcommercio a Cna: «I nostri associati seguono indicazioni specifiche e sanno come funziona. Il regolamento della polizia urbana deve essere applicato: urge un’azione decisa contro chi sgarra»

«Le regole ci sono e sono chiarissime. Se non vengono rispettate, c’è bisogno di maggiori controlli». Giancarlo Tonelli, direttore generale di Confcommercio Ascom, non usa mezzi termini contro l’inciviltà che regna a ogni angolo di strada, nel centro e fuori, come alla Barca. Rifiuti fuori dai cassonetti, biciclette abbandonate che intralciano portici e marciapiedi. «I nostri associati – prosegue Tonelli – trovano spesso sacchetti appoggiati a terra vicino ai bidoni: plastica, vetro, carta, umido, cartone. Di tutto. È un comportamento che crea un effetto imitativo e la maleducazione sta diventando troppo diffusa».

Per non parlare della sporcizia vicino alle serrande dei negozi: «Tracce di bisogni fisiologici lasciati durante la notte – spiega Tonelli –. Non è un problema limitato alla zona universitaria: le segnalazioni arrivano da tutta la città. In periferia, come nel caso della zona Barca, è più frequente trovare elettrodomestici, materassi o televisori abbandonati».

Con Hera, che attraverso gli spazzini di quartiere ha raccontato – numeri alla mano – di raccogliere dodici quintali di rifiuti abbandonati ogni giorno, e con la polizia locale: «Ascom ha un rapporto costante»: «Quando segnaliamo situazioni urgenti, la multiutility interviene – chiude Tonelli –. Però la frequenza dei passaggi non basta, se manca un controllo sistematico: molti si sentono liberi di agire indisturbati. Chiediamo soltanto che venga applicato il regolamento della polizia urbana».

Secondo Claudio Pazzaglia, direttore generale di Cna, «occorre indagare le cause di questi abbandoni, anche perché lo smaltimento straordinario ha costi che ricadono sulla collettività. Non si possono installare telecamere ovunque, ma sarebbero un deterrente». Gli associati «condividono le preoccupazioni dei cittadini». Cna paventa poi l’ipotesi che «i rifiuti provengano anche da cittadini non residenti: chi vive nel quartiere tende a evitare di lasciare ingombranti sotto casa, perché verrebbe riconosciuto».

Pazzaglia ci tiene a sottolineare che «le imprese seguono un regolamento specifico per lo smaltimento dei propri rifiuti e sanno cosa possono o non possono conferire nei cassonetti pubblici. Vorrei rassicurare sul fatto che i conferimenti impropri non provengano dalle aziende». Il problema, sottolinea infine il direttore di Cna Bologna, «riguarda soprattutto cittadini che non sono adeguatamente informati. I rifiuti ingombranti dovrebbero essere portati nelle isole ecologiche. Svuotare una cantina richiede solo un po’ di organizzazione e attenzione. Per questo è importante aumentare l’informazione».

di Amalia Apicella, il Resto del Carlino, 20 novembre 2025

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