In zona Palasport alcuni negozi rimarranno chiusi, mentre altri stanno valutando se tirare giù la serranda Tonelli (Ascom): «Lo sport resti fuori dalla politica».
Meno due giorni alla sfida tra Virtus e Maccabi. E mentre in Prefettura, questa mattina, si definirà il piano operativo di ordine pubblico per contenere eventuali disordini legati alla manifestazione Pro Pal, tra i lavoratori della zona del PalaDozza monta un misto di preoccupazione e rabbia. Il pensiero lo riassume il direttore generale di Ascom Giancarlo Tonelli: «La vicenda è andata di molto sopra le righe – dice -: stiamo parlando di una partita di pallacanestro e lo sport dovrebbe sempre rimanere fuori dalla politica. E mi chiedo che senso abbia far salire la tensione, creare preoccupazione tra i tifosi Virtus che andranno a vedere la partita e tra chi vive e lavora nella zona, che rischia di trovarsi vetrine sfondate e altri danni». Ascom sta seguendo gli sviluppi della questione, tenendosi in contatto con Comune, Prefettura e forze dell’ordine e ascoltando i propri Renato Nucci: «Il Maccabi ha giocato in tutta Europa, perché solo a Bologna si è creato un caso?» associati. Come il macellaio Antonio Catulli, che terrà chiuso venerdì pomeriggio, «perché tanto la strada sarà blindata – dice -. Secondo molti commercianti sarebbe meglio spostare la partita in una zona più periferica per tenere sotto controllo i facinorosi. Mi auguro che comunque si riescano ad arginare episodi di violenza e di non ritrovarmi, la mattina dopo, con la vetrina infranta… Anche perché, chi ripagherebbe eventuali danni?». Renato Nucci, che ha il negozio proprio di fronte al Palazzetto, non ci sta «ad essere sempre ostaggio dei prepotenti. È una partita: va giocata. In tutta Europa il Maccabi ha potuto giocare, perché questi problemi si creano sempre e solo a Bologna? Non si capisce perché la Virtus debba perdere a tavolino per far contenti i soliti violenti.
Non si capisce perché, oltre ai disagi legati al tram, noi dovremmo tenere chiuso anche per una partita. Non si possono accettare questo tipo di intimidazioni. E io terrò le luci del negozio accese, perché dobbiamo dare un segnale, far capire che non ha vinto chi fa vivere Bologna sotto costante ricatto». Da Confesercenti, Alberto Aitini raccoglie le sensazioni dei suoi associati: «I commercianti sono preoccupati per il clima che si è creato, tanto che alcuni stanno pensando di rimanere chiusi – spiega -. Il principio che qualcuno possa, con le sue condotte, impedire lo svolgimento di un evento è inaccettabile. E in merito a un ipotetico spostamento della partita, la decisione è responsabilità delle istituzioni, tutte, che hanno elementi per valutare. È fondamentale garantire incolumità cittadini e attività commerciali».
n. t., Il Resto del Carlino -19 novembre 2025