Commercio urbano, la rigenerazione passa attraverso il territorio

Dalla logistica sostenibile ai distretti cittadini, Confcommercio lancia “Cities” come leva di sviluppo e contrasto alla desertificazione dei centri storici

Motore economico e cuore della vita urbana, il terziario di mercato ha sempre rappresentato la linfa vitale delle città italiane. Oggi, di fronte alle trasformazioni digitali, demografiche e ambientali, il suo ruolo è chiamato a evolvere. Su questo snodo si apre il confronto lanciato da Confcommercio in occasione del suo ottantesimo anniversario, con l’iniziativa <<inCittà. Spazi che cambiano, economie che crescono» che si terrà a Bologna il 21 e 22 novembre. Come coniugare quindi mobilità sostenibile, logistica efficiente, qualità dello spazio pubblico e protezione del commercio di vicinato? Quale ruolo può giocare l’intelligenza artificiale nella gestione dei servizi urbani? E in che modo i dati possono diventare strumento strategico per la programmazione territoriale? Alla base del dibattito, l’urgenza di una nuova alleanza tra pubblico, privato e terzo settore per governare una rigenerazione urbana capace di portare inclusione, attrattività e benessere diffuso. Questioni sollevate dal progetto Cities, la piattaforma sviluppata da Confcommercio proprio per affrontare il futuro delle economie urbane.

E dalle stesse imprese partono alcune proposte concrete rivolte ai sindaci: contrastare la desertificazione commerciale oltre 118mila i negozi chiusi in dieci anni – trasformando il terziario in una leva per lo sviluppo sostenibile. Strategia che si fonda essenzialmente su piani dedicati all’economia di prossimità, sostenuti da strumenti operativi permanenti come i distretti del commercio. Cinque sono le priorità evidenziate: rigenerare lo spazio pubblico come motore economico e sociale, con interventi di pedonalizzazione, arredo urbano, verde e riuso delle aree dismesse; integrare mobilità sostenibile e logistica dell’ultimo miglio, favorendo una distribuzione delle merci a basso impatto e percorsi ciclo-pedonali sicuri; riaprire i negozi sfitti attraverso patti locali pubblico- privati, con canoni calmierati, incentivi fiscali e strumenti di sostegno all’autoimprenditorialità; valorizzare il commercio come presidio civico, in sinergia con associazioni, istituzioni culturali e terzo settore, per costruire comunità più coese e attrattive; utilizzare i dati urbani per pianificare, monitorando flussi pedonali, valori immobiliari e dinamiche commerciali tramite dashboard territoriali condivise. Le proposte sono ambiziose, e tutt’altro che teoriche.

Come dimostrano – tra gli altri – il Cavallotti Garden di Busto Arsizio, che ha trasformato tre vie storiche in un corridoio verde quartiere Libertà a Bari, dove la riqualificazione urbana si intreccia all’arrivo del nuovo campus Cnr. A Palermo si punta alla rigenerazione di immobili storici inutilizzati trasformandoli in strutture ricettive di qualità, con incentivi e una campagna di attrazione di investitori, mentre a Trieste il focus è sulla sosta urbana con aree e tecnologia intelligente per la gestione dei parcheggi. Treviso facilita l’apertura di attività creative, culturali e artigianali riusando temporaneamente i negozi sfitti mentre arriva da Firenze l’idea di edicole dismesse come micro-hub per spazi di welfare e cultura. In un contesto segnato da pressione turistica, mutamenti demografici e nuove esigenze di prossimità, tutte le città stanno affrontando la sfida di coniugare attrattività e diritto alla residenza. I centri storici in particolare sono luoghi chiave di questa transizione e il messaggio è quello di andare oltre le “vetrine globali” per tornare a proporre spazi da vivere, dove lavorare e abitare. Ripensare il rapporto tra città e commercio diventa così una necessità strutturale per costruire ecosistemi urbani integrati, dove qualità della vita, lavoro e tempo libero convivono. Dove il commercio è infrastruttura civica, e dove la rigenerazione urbana è occasione per immaginare nuove forme di welfare, alleanze territoriali e comunità resilienti, capaci di accogliere tutte le generazioni. pedonale, o il progetto di rilancio del quartiere Libertà a Bari, dove la riqualificazione urbana si intreccia all’arrivo del nuovo campus Cnr.

A Palermo si punta alla rigenerazione di immobili storici inutilizzati trasformandoli in strutture ricettive di qualità, con incentivi e una campagna di attrazione di investitori, mentre a Trieste il focus è sulla sosta urbana con aree e tecnologia intelligente per la gestione dei parcheggi. Treviso facilita l’apertura di attività creative, culturali e artigianali riusando temporaneamente i negozi sfitti mentre arriva da Firenze l’idea di edicole dismesse come micro-hub per spazi di welfare e cultura. In un contesto segnato da pressione turistica, mutamenti demografici e nuove esigenze di prossimità, tutte le città stanno affrontando la sfida di coniugare attrattività e diritto alla residenza. I centri storici in particolare sono luoghi chiave di questa transizione e il messaggio è quello di andare oltre le “vetrine globali” per tornare a proporre spazi da vivere, dove lavorare e abitare. Ripensare il rapporto tra città e commercio diventa così una necessità strutturale per costruire ecosistemi urbani integrati, dove qualità della vita, lavoro e tempo libero convivono. Dove il commercio è infrastruttura civica, e dove la rigenerazione urbana è occasione per immaginare nuove forme di welfare, alleanze territoriali e comunità resilienti, capaci di accogliere tutte le generazioni.

Il sole 24ore, 11 novembre 2025

Articoli correlati

Fatturazione Elettronica

Fatturazione Elettronica

La soluzione più completa per gestire la tua contabilità.

E-mail Dipendenti

E-mail Dipendenti

Gestisci la posta con la webmail di Ascom.

PEC Clienti

PEC Clienti

La Posta Certificata per i Clienti Ascom.