Inaugurata la variante, lavori da 44 milioni di euro. Priolo: «Intuizione di Venturi, oggi sarebbe felice»
Un vero esempio di come l’unione fa la forza. Questo è ciò che tanti, tra cittadini e istituzioni, vociferavano ieri mattina all’inaugurazione dell’ultimo lotto del Nodo di Rastignano, che va a completare una infrastruttura attesa da 50 anni. Questa opera infrastrutturale va a completare la variante alla SS65 della Futa, cruciale per il collegamento della valle del Savena con la zona est della città di Bologna e il nodo autostradale-tangenziale. Il Nodo collega la Fondovalle Savena alla viabilità della rotonda Mafalda di Savoia a Bologna, alleggerendo il traffico di passaggio dal centro di Rastignano e da via Toscana a Bologna. Un chilometro e mezzo di tracciato, un viadotto, e una implementazione del verde pubblico in corso. L’opera è stata finanziata con 44,2 milioni di euro totali. I lavori sono stati eseguiti dalla RTI Strabag Spa – Eco Demolizioni Srl. Gli interventi della autorità al taglio del nastro sono stati coordinati dal capo di gabi netto metropolitano, Stefano Mazzetti. Hanno preso parola i tecnici della Città metropolitana che hanno supervisionato la realizzazione dell’opera e l’impresa esecutrice dei lavori, Strabag. Sono poi intervenuti i sindaci di Pianoro, Luca Vecchiettini, e San Lazzaro, Marilena Pillati, l’assessora regionale alla Mobilità e Ambiente, Irene Priolo e il sindaco metropolitano, Matteo Lepore. Dal pomeriggio di ieri la viabilità ha iniziato a scorre re regolarmente. Così il padrone di casa Vecchiettini: «Una grande emozione unita al senso di responsabilità di portare a compimento un’opera che arriva da lontano e che tanti prima di noi hanno sognato e iniziato a progettare. Un’opportunità importante per raggiungere l’Appennino, e viceversa la città, più velocemente e in modo più agevole. Un passo importante anche per le imprese che abbiamo sul territorio. Questo sgrave rà anche la frazione di Rastignano dal traffico pesante: sarà per noi un modo di riprogettare la frazione nel futuro. Nei prossimi mesi lavoreremo a livello urbanistico in modo importante soprattutto per i commercianti di Rastignano». A fargli eco Pillati. Priolo ha specificato: «La politica molte volte è fatta di intuizioni. La prima, in merito al Nodo, fu di affidare il secondo lotto (il primo era di Rfi, ndr) a Città Metropolitana, l’allora Provincia. Una intuizione vincente di Giacomo Venturi che oggi sarebbe felice di vedere questa inaugurazione. La seconda intuizione, dell’ex sindaco Virginio Merola, fu di slegare questa opera e la
sua realizzazione da quelle del Passante. E questa è stata la grande fortuna perché quest’opera ha visto la luce». Sul Passante si è, poi, espresso anche Lepore a margine del taglio del nastro: «Dobbiamo trovare un’intesa. Governo e Autostrade devono mettersi nei panni del territorio e capire quali sono le necessità. Ci sono impegni che credo vadano rispettati».
Zoe Pederzini, Il Resto del Carlino – 19 ottobre 2025
FERRARO (ASCOM) «La nostra frazione abbandonata Un piano non c’è» Non tutti hanno lo stesso entusiasmo sull’apertura del Nodo di Rastignano. Ad avere un’opinione discordante è Silvia Ferraro (sotto), presidente Ascom Pianoro e portavoce delle Botteghe di Rastignano: «Non sono tra coloro che salutano con toni trionfalistici la fine dei lavori del Nodo. Questo per come verrà radicalmente trasformato il territorio della frazione. Le preoccupazioni riguardano il lavoro di chi ha redatto questo piano, come se si fosse limitato a spostare il flusso di traffico che attraversa tutta la frazione fino al ponte di San Ruffillo mettendo in campo un’opera importante e di grosso impatto emozionale, senza affrontare il tema Rastignano e la necessità di accrescere la sua vivibilità e di rispondere meglio di ora al bisogno di città/paese di chi vi abita. È come se tutto fosse avvenuto osservando la semplice cartina topografica, mentre ritengo che sarebbe stato necessario individuare i modi coi quali si possano formare i presupposti di una struttura che trasformi un agglomerato urbano in una comunità e non in una prosecuzione della periferia della città, senza identità». La Ferraro aggiunge: «Abbiamo coinvolto l’amministrazione affinché s’inserisse nei bandi per la riqualificazione degli Hub di vicinato, con l’idea di tenere assieme l’accessibilità dei luoghi, la mobilità e il no al consumo di suolo».
Zoe Pederzini, Il Resto del Carlino – 19 ottobre 2025