Ecco il patto di reciprocità, per salvare negozi e comunità

Percorsi di secondo welfare

La crisi dell’economia locale e di prossimità è un problema per il nostro Paese. Riguarda indistintamente Nord e Sud, aree urbane e interne, centri storici e periferie dove negozi «sotto casa», bar e attività artigiane continuano a sparire. Secondo Confcommercio, tra il 2012 e il 2024 sono scomparse quasi 8mila imprese del commercio. La situazione è addirittura peggiore per Confesercenti che stima più di 6o mila chiusure nel solo 2024. La debolezza del micro e piccolo tessuto imprenditoriale porta con sé danni economici, con impatti su occupazione e ricchezza dei territori, ma l’impoverimento è evidente anche a livello sociale. Le attività di prossimità sono infatti luoghi in cui trovare beni e prestazioni, ma anche relazioni e appartenenza. In generale il venir meno di questi presidi territoriali determina meno possibilità di accesso ai servizi, una peggior qualità del contesto urbano e una crescente percezione di insicurezza. E quindi un indebolimento delle comunità. Le ragioni sono molteplici e complesse. Riguardano i comportamenti dei consumatori, che tendono a prediligere i grandi marketplace e gli ecommerce – percepiti più comodi e convenienti – piuttosto che i negozi fisici. Ci sono poi gli ostacoli da superare per stare al passo della Grande distribuzione organizzata e delle catene, i costi sempre maggiori degli affitti e dell’energia, difficoltà nel reperire personale. E non bisogna dimenticare la diffusa difficoldi tà di innovare prodotti e processi per far fronte ai cambiamenti. Negli anni sono state numerose le iniziative locali che hanno cercato di porre rimedio a queste situazioni ma – nonostante investimenti anche ingenti – i negozi e le piccole realtà hanno continuato a chiudere. La principale ragione è da rintracciare nella scarsa sostenibilità di queste azioni molto localizzate, sviluppate con buone intenzioni ma non sempre con competenze e energie adeguate. Per individuare e studiare alternative e soluzioni a questa crisi sono nati due strumenti collegati tra loro. Il primo è il Manifesto per l’economia locale e di prossimità realizzato da Percorsi di secondo welfare: dieci pwiti per contrastare la desertificazione commerciale e il sostegno all’economia dei territori con un approccio sociale e orientato alle comunìtà. Un quadro concettuale per far fronte alle sfide sopra descritte, valido indipendentemente dal contesto di riferimento e dalla mission dei soggetti coinvolti. Il secondo è l’Osservatorio sulla reciprocità e il commercio locale promosso da Nomisma, che punta a raccogliere dati aggiornati, mappare esperienze sui territori e validare da aiutare a valutare problemi e individuare soluzioni. Queste due iniziative si basano su principi condivisi. Innanzitutto vi è l’idea che per salvare l’economia di prossimità è necessario un impegno comune di commercianti, società di servizi, m.icro e piccole imprese, organizzazioni di rappresentanza, amministrazioni locali, parti sociali e politiche per affrontare il problema.

E che questo debba avvenire al di là dei singoli contesti territoriali. La strada che il Manifesto e l’Osservatorio vogliono promuovere è quella della collaborazione e della reciprocità, sviluppando un contesto di dialogo passando da una logica della competizione a una della coesione. Proprio per questo l’intento di fondo è quello di sviluppare un percorso condiviso aperto a tutti, basato su un «Patto di reciprocità». L’idea è di avviare una collaborazione transterritoriale e creare una rete nazionale di imprese e persone che si impegnano ad attivare scambi e collaborazioni presso le attività che vi aderiscono, indipendentemente dal territorio di riferimento. Un «circuito della reciprocità» in cui tutti i partecipanti si impegnino a fare acquisti presso altre organizzazioni del network, così che ogni spesa fatta all’interno di questa rete possa generare un valore che non si «disperde». Una soluzione che per anni non è stato possibile mettere in atto ma che ora, grazie al supporto della tecnologia e alla digitalizzazione crescente, è diventato più che possibile. Da oggi il Manifesto e l’Osservatorio sono consultabili online. L’obiettivo nell’immediato è generare dibattito e interesse, affermando una visione necessaria per mettere progressivamente in campo policy sistemiche per affrontare questa crisi silenziosa che sta impoverendo il Paese.

Corriere della Sera ( Buone Notizie), 14 ottobre 2025

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