Commercianti e artigiani. «Torre, servono tempi certi. E ristori come per il tram»

Rossi (Confesercenti): «Troppi ritardi». Tonelli (Ascom): «Ora un piano di sostegno». Pazzaglia (Cna): «Non si perdano i fondi». Renzi (Confargianato): «Aiuti ad hoc»

L’allungamento dei tempi per il restauro della Garisenda preoccupa commercianti e artigiani che chiedono certezze e ristori. «Serve un piano di sostegno – spiega Loreno Rossi, direttore di Confesercenti Bologna – del tutto simile a quello già varato per i cantieri del tram, applicabile a tutte
le piccole e medie imprese che nelle vie San Vitale, Zamboni, Strada Maggiore e nei dintorni, sono penalizzate dal cantiere». È questa la proposta che Confesercenti porterà al tavolo con il sindaco fissato per giovedì. Proposta arrivata all’indomani del summit al ministero della Cultura dove il Comune, vista la nuova rotazione della Torre verso via Zamboni, ha fatto sapere che i tempi si allungheranno e i fondi del Pnrr (5 milioni) presumibilmente si perderanno o si ridurranno perché difficilmente il restyling della Torre potrà terminare a giugno 2026. Da qui, Rossi ricorda il ’vecchio’ piano dei lavori: «Per la metà del 2027 – ricorda – era prevista la conclusione del cantiere sulla Garisenda. A questi tempi (già lunghissimi) ora si annuncia un ulteriore rinvio al 2028. Inaccettabile. Com’è inaccettabile e incomprensibile il fatto che non siano stati ancora montati i tiranti utilizzati per la salvaguardia della torre di Pisa. Sarebbero dovuti arrivare entro la fine del Sono passati 10 mesi e dei tiranti non si vede ancora traccia». Per Confesercenti sono tanti i rischi connessi a questi ritardi. «Se da un lato – sottolinea Rossi – il Comune si preoccupa del rischio di perdere i fondi del Pnrr, dall’altro Confesercenti raccoglie il disagio di tantissime imprese che, di giorno in giorno, vedono i propri ricavi abbassarsi in modo vertiginoso».

Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom, usa toni più soft: «Il fatto che ci siano dei movimenti ulteriori della Garisenda ci preoccupa per l’affetto che abbiamo nei confronti del monumento. Questo allungamento dei tempi, però, ci fa pensare alle attività di via san Vitale e delle zone limitrofe che da due anni stanno soffrendo un calo importante di fatturato. Per questo se il Comune userà fondi propri per ristrutture la Torre, intervenga anche per prevedere un piano di sostegno delle attività». Claudio Pazzaglia, direttore di Cna Bologna, si pone in posizione mediana tra Comune e governo. «La parola chiave dev’essere concertazione. Mi auguro che le istituzioni, assieme, riescano a trovare una soluzione per non far perdere al Comune i 5 milioni di euro del Pnrr, magari dirottandoli su altri tipi di lavori, compatibili coi nuovi rilievi tecnici». Di certo, anche per Pazzaglia, l’importante è «avere tempi certi». Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna, dice di «non dimenticare pasticcerie, fornai, centri estetici, parrucchieri… la Garisenda in stand by crea molta incertezza. Mi auguro che Comune e governo collaborino per trovare la soluzione migliore. Auspico, però, che i ’nostri eroi’ che tengono accese le luci della comunità vengano considerati come meritano, con un piano di sostegno ad hoc».

Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino – 11 ottobre 2025

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