Sangalli: “la buona contrattazione tutela il lavoro”

Intervento del presidente di Confcommercio sul Sole 24 Ore: “la sfida è rafforzare le intese nazionali rappresentative e contrastare con decisione quelle pirata”.

Il tema della rappresentanza sindacale e della contrattazione collettiva è oggi al centro di un passaggio decisivo per il nostro Paese. I contratti collettivi nazionali di lavoro non sono soltanto un insieme di regole: rappresentano la sintesi di interessi, responsabilità e tutele costruite attraverso relazioni sindacali mature e responsabili. Per questa ragione, la loro validità deve poggiare su un principio chiaro: possono definirsi tali solo i contratti sottoscritti da organizzazioni realmente rappresentative, con una base solida e verificabile di iscritti, imprese e lavoratori. Diversamente, si rischia di indebolire la coerenza del sistema e di alimentare la concorrenza sleale prodotta dai cosiddetti “contratti pirata”, privi di legittimazione e lesivi dei diritti dei lavoratori e delle imprese corrette. A questo proposito, proprio pochi giorni fa, abbiamo evidenziato gli effetti di questa tipologia di contratti tra cui, salari più bassi, meno tutele e assenza di forme di welfare. Per non parlare del danno economico nei confronti dello Stato con una perdita di gettito contributivo e fiscale pari a 553 miliardi l’anno.

Confcommercio, insieme alle organizzazioni sindacali comparativamente rappresentative, ha dimostrato invece con i fatti il valore di una contrattazione collettiva di qualità, seria e responsabile. Da sempre, infatti, sottoscriviamo contratti innovativi e moderni che anticipano le esigenze dei lavoratori coniugandole con quelle delle imprese. E il Ccnl del terziario, della distribuzione e dei servizi firmato da Confcommercio contiene, infatti, importanti e concreti strumenti di welfare contrattuale, a beneficio sia dei dipendenti sia delle imprese: dai sostegni alla conciliazione vita-lavoro, agli interventi sanitari integrativi, dalla formazione professionale continua, alla previdenza complementare. Tutti elementi resi possibili dal sistema della bilateralità, che da anni costituisce un modello unico di partecipazione e di condivisione di responsabilità tra parti sociali. Non a caso, nei giorni scorsi la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha evidenziato proprio l’importanza della valorizzazione del nostro sistema di contrattazione collettiva come strumento di equilibrio sociale e di competitività economica.

È un passaggio che conferma quanto le organizzazioni realmente rappresentative siano essenziali per dare stabilità al sistema delle relazioni sindacali. Il valore della contrattazione collettiva sta proprio qui: garantire un quadro certo di diritti e doveri, un livello adeguato di tutele, un patto equo che regola rapporti complessi in modo equilibrato. Senza contratti rappresentativi, si generano frammentazione, incertezza, dumping salariale e perdita di competitività. Per questo, Confcommercio ha sempre riconosciuto il ruolo fondamentale del dialogo con i sindacati confederali nella gestione dei grandi dossier del lavoro. Dalle politiche attive alla formazione, dal welfare alla sicurezza fino alla contrattazione di secondo livello, abbiamo costruito percorsi di collaborazione che hanno rafforzato la qualità e l’efficacia del dialogo con il sindacato. Sempre con l’obiettivo di garantire regole eque, tutele solide e prospettive di crescita per chi, quotidianamente, contribuisce allo sviluppo dei nostri settori.

Proprio pochi giorni fa abbiamo avviato con Cgil, Cisl e Uil un proficuo confronto sul ruolo fondamentale dei corpi intermedi per il futuro del Paese e per affrontare le sfide e le profonde trasformazioni in atto. In particolare, nel terziario di mercato che rappresenta circa tre quarti del valore aggiunto nazionale e contribuisce in modo determinante all’occupazione. In quell’occasione abbiamo condiviso una fitta agenda di lavoro comune registrando una positiva sintonia da parte dei sindacati su molte priorità. La sfida che abbiamo davanti oggi è chiara: difendere e rafforzare ulteriormente il valore dei Ccnl rappresentativi, contrastare con decisione i contratti “pirata”, che stanno diventando una vera e propria emergenza, e garantire che la contrattazione resti il luogo naturale dove si coniugano produttività, competitività e coesione sociale. Solo così sarà possibile dare risposte credibili a imprese e lavoratori e costruire un mercato del lavoro più giusto, indusivo e competitivo.

Il Sole 24ore 3 ottobre 2025

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