Il sito, che si distingue per non avere valutazioni, conta già oltre 130 locali con la loro identità e storia Realizzato da Confcommercio Ascom e Fipe Bologna, con Emil Banca, Federalberghi e Bologna Welcome
Non ci sono voti o recensioni, ma il racconto delle mille anime della ristorazione bolognese. Dalla cucina tradizionale al ‘fine dining’ (raffinata), passando per street food, pizzerie, cucine etniche e locali «oltre la cena». ‘Gourmettoria’ è la nuova mappa virtuale che racconta Bologna attraverso la sua offerta gastronomica. È consultabile online, su www.gourmettoria.it e sui canali di Bologna Welcome. Il sito, in costante aggiornamento sulle novità del settore, nasce da un’idea di Marco Salicini, presidente dell’associazione Stay Serena, ed è stato realizzato da Confcommercio Ascom e Fipe Bologna, con il supporto di Emil Banca, Federalberghi provinciale e Bologna Welcome.
«I nostri ristoranti si distinguono per qualità e innovazione: sfatiamo il mito di Bologna come ‘città dei taglieri’ – sottolinea Enrico Postacchini, presidente di Confcommercio Ascom Bologna -. Siamo lontani dagli eccessi e dal sovraffollamento dell’overtourism, pur restando una delle capitali indiscusse della cucina». Pensata sia per turisti sia per bolognesi, la mappa è tradotta in italiano e inglese, suddivisa per categorie e geolocalizzata. Sono 130 le insegne coinvolte, ciascuna con una scheda che ne racconta la storia e l’identità, ma senza fornire valutazioni. «’Gourmettoria’ non è una guida – spiega Roberto Melloni, presidente Fipe ristoranti e trattorie Confcommercio Ascom Bologna -, ma uno strumento aperto a tutti i ristoratori che condividono la filosofia del progetto. Non abbiamo nulla contro le recensioni, ma sempre più spesso queste sono legate a fattori economici. Esistono infatti organizzazioni che, a pagamento, possono decretare il successo o l’insuccesso di un’attività, condizionando il mercato in modo poco trasparente. Bologna non è solo taglieri e tortellini: abbiamo voluto ampliare lo sguardo, includendo anche momenti pre e post cena, proposte etniche e pizzerie, per mostrare la ricchezza dell’offerta».
‘Gourmettoria’ si propone così anche come strumento strategico per il turismo. La cultura gastronomica, come sottolinea Daniele Ravaglia, presidente di Bologna Welcome, «rappresenta un driver di grande rilievo per i visitatori, tanto che la stragrande maggioranza degli italiani sceglie una destinazione turistica proprio in base all’offerta culinaria». A ribadirlo è anche Giovanni Trombetti, presidente di Federalberghi Bologna: «Dotarsi di uno strumento come questo è fondamentale per gli albergatori. Le portinerie sono spesso sommerse di richieste: poter offrire un qr code è una risposta efficace e moderna, in linea con le esigenze del turismo. Inoltre, ci protegge dalle false recensioni, garantendo trasparenza e autenticità».
Amalia Apicella, Il Resto del Carlino – 18 settembre 2025
L’iniziativa di Ascom e Fipe: non ci sono solo taglieri
Come «piatto dello chef» il bollito misto, oppure i tortellini alla panna d’affioramento, il piccione di nido in cotture differenziate, la cotoletta alla bolognese, la pizza felsinea con salame rosa, e ancora il ramen, nigiri omakase, tagliatelle di riso saltate con gamberi. E così Bologna si racconta in un percorso di sapori, nei piatti della tradizione e dell’innovazione, dal centro storico agli Appennini, attraverso le storie dei suoi ristoranti, ristoratori e osti. Tutto sul sito gourmettoria.it, evoluzione dell’idea di Marco Salicini, nata nel 2016 per raccogliere in un portale gli indirizzi della ristorazione bolognese. Ora Gourmettoria è diventato un progetto più strutturato, realizzato da Confcommercio Ascom e Fipe Bologna, grazie al sostegno di Emil Banca, Federalberghi e Fondazione Bologna Welcome, con l’obiettivo di valorizzare il territorio bolognese come capitale del buon cibo. «Vogliamo sfatare il falso mito negativo di Bologna come “città dei taglieri” — sottolinea Enrico Postacchini, presidente di Ascom —, rimarcando invece come qua ci sia tanta qualità, sia nei ristoranti storici della tradizione, sia in attività giovani e innovative. Bologna è ancora capitale della cucina e della qualità della vita».
Al momento sono coinvolte i3o attività, suddivise per zona, tipologia e offerta culinaria: cucina tradizionale, fine dining (raffinata), oltre la cena, etnici, street food, pizzerie. Non è una guida esclusiva, ma uno strumento aperto a tutti i ristoratori, non solo ai locali associati a Fipe. «È una mappa senza giudizi — spiega Roberto Melloni, presidente provinciale Fipe — all’interno non si trovano locali recensiti, ma le loro storie dopo esserci andati di persona. Raccontiamo la storia dei locali, dei loro piatti, delle persone». Una scelta dettata dal desiderio di andare oltre il fenomeno «delle false recensioni — prosegue Melloni — perché spesso dietro i commenti lasciati su certi portali a cui si affidano molti utenti per scegliere dove andare a cena ci sono organizzazioni che, a pagamento, possono decretare il successo o l’insuccesso di un’attività e non lo troviamo corretto». La narrazione di ogni locale è ricca di dettagli sulle origini, gli ambienti, l’atmosfera, curiosità, foto, chi c’è in cucina e chi segue la sala, l’indicazione della fascia di prezzo da accessibile a moderata, fino a «un bel momento» e alla più alta «per viziarsi». C’è spazio per il piatto suggerito dallo chef e per altri consigli di po- sti e attività in città preferiti dal locale, «creando così un sistema di economia circolare», osserva Melloni. La mappa è rivolta ai bolognesi, per dare spunti aggiornati, e ovviamente ai turisti (è stata tradotta in inglese). Del resto, come fa notare il presidente di Fondazione Bologna Welcome Daniele Ravaglia, «il 7096 degli italiani sceglie la destinazione turistica per l’offerta di cibo e Bologna è molto attrattiva per questo». Non preoccupa che possa diventarlo di più.
«Qui l’overtourism non c’è, anzi c’è spazio per tutti ancora in questa città— commenta Postacchini, anche in qualità di presidente dell’aeroporto Marconi — . Quest’anno lo scalo raggiungerà u milioni di passeggeri, c’è chi dice che è saturo, ma non lo è —insiste — E normale che un aeroporto in fase di cantiere possa comportare qualche disagio, così per i cantieri in città che un domani potranno essere un’opportunità». Per Postacchini, Bologna «sta osando, *** ma sta crescendo e qui si fanno ragionamenti di respiro internazionale». In linea Giovanni Trombetti, presidente di Federalberghi Bologna: «Non è una città con overtourism, come dimostra l’occupazione media annuale degli alberghi al 74%; c’è ancora un’ampia capacità di accoglienza».
Micaela Romagnoli, Corriere Bologna – 18 settembre 2025