Il Mutuo soccorso nato 150 anni fa per tutelare il patrimonio gastronomico ha una nuova sede
Giuseppe Garibaldi era gololoso di mortadella, gliela spediva a Caprera Edoardo Bassi, il cugino di Ugo, uno dei quattro bolognesi che parteciparono alla spedizione dei Mille che aveva bottega in Saragozza ricevendo in risposta lettere di soddisfatto gradimento. Il suo ritratto si trova ora nella nuova sede della Società Mutuo Soccorso tra i Salsamentali di Bologna in Corte Galluzzi -1 «È la sala ppena riallestita che noi chiamiamo “dei baffoni”: qui ci sono tutti i protagonisti di questa avventura nata per offrire sostegno economico ai lavoratori della filiera dei salumi e ai loro familiari: infortuni, malattie, welfar. L’idea venne a un esercente che aveva bottega in piazza Maggiore», dice Davide Simoni, presidente dell’associazione che nel 2026 compirà 150 anni, fra le più antiche d’ Italia. Mutuo soccorso sociale, ma anche tutela del patrimonio gastronomico territoriale, raccogliendo radici del medioevo e l’incipit della Compagnia dei Salaroli che stabilì come si doveva fare la «mortazza». La sala «dei baffoni», dove d’ora in poi si riuniranno i soci – un centinaio fra negozianti, salumieri, allevatori, I casari, gourmand – racconta un pezzo di storia industriale dell’800. «Alessandro Forni faceva la mortadella a Corticella, decise di spedirla in tutto il , mondo e s’inventò una scatoIa in piombo a tenuta stagna a forma di emiciclo realizzata a Borgo Panigale da Agusto Nanni un altro produttore di mortazza. Proto all’olandese packaging, ma non solo: Forni la voleva spedire a fette e così inventò l’affettatrice (prima di lui viene ricordato anche il meccanico Luigi Giusti ) che quindi non va attribuita all’olandese Berkel», precisa Simoni. Storie su storie. Pompeo Colombini si dice fosse il più bravo di tutti, operava in via Toscana, e da lui si formò Ivo Galletti che poi fondò l’Alcisa », quindi il baffone dei baffoni, «il nostro presidente perpetuo, il Re Umberto I, ucciso a Monza dall’anarchico Gaetano Bresci. In calce al ritratto di suo pugno la Regina I Margherita ringrazia i salsamentari bolognesi» .L’associazione promuoverà anche questo patrimonio storico. Oltre ai tanti ritratti, ci sono cimeli, documenti, fotografie, insegne, costumi, memorie. Dopo il girovagare degli ultimi 20 anni, finalmente una sede. «Stavamo per andare in un ex circolo Pd di via Orfeo, poi abbiamo trovato questa sala della Curia, siamo dietro l’ abside di S. Petronio accanto alla sacrestia. Da Peppone a Don Camillo , fra l’ altro ci verrà data un ‘ altra sala nei locali della fabbrica che allestiremo al pubblico, mentre questo spazio ancora non è predisposto per le visite». Passione, maestria, tradizione, qualità. Le eccellenze gastronomiche del territorio vanno curate e tutelate. Se nel Quadrilatero volano i taglieri un motivo ci sarà. Il giovane presidente Simoni con i sui locali – sercizio rilevato da suo padre – è uno dei protagonisti dell’esplosione del Mercato di Mezzo e da I poco ha rilevato una panetteria proprio lì in Pescherie Vecchie, «che in antichità era un’osteria, ma ci sarà solo pane». «Negli anni 90 il Mercato I era chiuso e c’era davvero degrado. L’intento di tutti è di
mantenere una qualità alta, nelle materie come nel servizio anche se è vero che si fa fatica a trovare giovani lavoratori ». Un altro obbiettivo dell’associazione è infatti trasmettere conoscenza e cultura
gastronomica, quindi dare vita a corsi di formazione. Così come eventi culturali e conviviali, relazioni con l’estero. Un’altra stòria? Negli anni 60 c’era il Gran Premio Ciclistico dei Salsamentari, da Bologna a Castel D’Aiano, con arrivo in salita (d’altronde bisognava portare la spesa anche sui colli). Correvano i fattorini, chi vinceva aveva l’assunzione assicurata. Proto rider, senza pedalata assistita.f.p., Corriere di Bologna – 17 settembre 2025

Presentato in Ascom il piano per raccogliere 7,5 milioni di euro, puntando su artigianalità e innovazione Polito, cofondatore dell’azienda: «Dietro il gesto antico di fare il pane, c’è vera conoscenza