Una nuova stella nella costellazione del jazz

Una nuova stella nella costellazione del jazzIeri pomeriggio in via Orefici scoperta la targa per il grande batterista Art Blakey, che suonò al Teatro Comunale e al Palazzetto

Nella costellazione di via Orefici da oggi brilla una nuova stella. É quella di Art Blakey batterista statunitense nato a Pittsburgh nel 1919. Arthur, orfano cresciuto dai vicini di casa, come racconta Paolo Alberti, ideatore del progetto La Strada del jazz «ha iniziato malissimo, ma questo non gli ha impedito di diventare prima pianista, poi grandissimo batterista e di essere ricordato come uno dei grandi geni del bebop». Art Blakey suonò a Bologna al Teatro Comunale nel 1972 con Alberto Alberti e nello stesso anno ritornò al Palazzo dello Sport, erano gli anni in cui Bologna era la ’capitale morale’ del jazz. La città ha conservato una memoria della sua musica e per questo la Strada del Jazz lo ha voluto onorare. E proprio i Blakey è stato l’ispirazione del grande batterista Roberto Gatto, ospite della ieri pomeriggio (prima del concerto serale con Piero Odorici) sul palco di via Orefici, premiato dall’assessore alla cultura Daniele Del Pozzo con la targa de La Strada del jazz. «Blakey era un personaggio imprescindibile, un riferimento importante. Ho avuto il piacere di conoscerlo – ricorda Gatto – e gli chiesi come facesse a fare un ritmo famoso che faceva, uno shuffle, il blues march, e lui me lo suonò in diretta. Fu uno dei più grandi band leader, autore di molte incisioni e ha sfornato musicisti eccezionali a partire da Wayne Shorter, Benny Golson, fino ad arrivare ai Fratelli Marsalis» conclude il batterista.
Le targhe della quindicesima edizione della Strada del jazz sono poi andate al gruppo Street Dixieland jazz band, sulle cui note hanno danzato i ballerini della Bologna Swing Dancers, anch’essi insigniti della targa. Prima di proseguire nel percorso che ha trasformato per un’ora via Orefici in una strada di New Orleans, Alberti ha voluto ricordare lo scrittore da poco scomparso Stefano Benni, «l’inventore della Luisona, nonché grande amante del jazz e di questa città». Poi l’omaggio ad altri amici della Strada del Jazz scomparsi. In particolare Alberti ha ricordato il «fraterno amico», ospite per due volte della kermesse, Pippo Baudo, il compositore di tanti cantanti tra cui Gianni Morandi, Claudio Baglioni, Laura Pausini, «un uomo che è Sanremo», lo ha definito Alberti, ovvero Celso Valli, ricordato dal figlio Paolo e da Fio Zanotti. E Teo Ciavarella, pianista e compositore «un musicista adottato da questa città, un jazzista di talento e soprattutto un’anima gentile della musica». Poi la Street Dixieland jazz band, ha guidato la folla di curiosi e appassionati tra le strade del Quadrilatero. Ma la musica continua. Dopo il concerto di ieri con Roberto Gatto e Piero Odorici, oggi alle 16 è la volta dei Saihs, gruppo vincitore della prima edizione del Premio Perugia ’Alberto Alberti per il Jazz’, e alle 18 di Karima che riprenderà le canzoni dei grandi della musica italiana, da Lucio Battisti a Lucio Dalla, e li reinterpreterà in chiave jazz.

Claudia Balbi, Il Resto del Carlino – 14 settembre 2025

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