Incontro in Prefettura dopo il gelo, resta la distanza su Cpr e zone rosse Fratelli d’Italia si mette di traverso: «No a collaborazioni con il sindaco»
La quiete dopo la tempesta. Dal grande freddo degli ultimi giorni, il clima tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sindaco Matteo Lepore da ieri è più sereno. Occasione di distensione, dopo il botta e risposta (con bordate) su Qn-Carlino sul pacchetto di misure sulla sicurezza per Bologna, l’inaugurazione della nuova caserma dei Carabinieri al Pilastro. Il patto sulla sicurezza che avrebbe dovuto costituire un progetto pilota per il resto d’Italia non è stato firmato, ma un primo chiarimento tra il Viminale e il Comune è arrivato (sebbene non proprio ben visto da tutto il centrodestra, Fdl in primis). Tant’è che sulla Bolognina un’intesa è stata trovata, ma con ostacoli: dai meloniani che si mettono di traverso alle distanze sul Cpr per gli spacciatori e la proroga delle zone rosse, su cui il Viminale intende andare avanti.
IL PACCHETTO BOLOGNINA
È servita una mezz’ora in Prefettura, in un incontro ristretto tra sindaco, ministro e il prefetto Enrico Ricci, per trovare una quadra sulle misure da mettere FRATELLI D’ITALIA Lisei e Cavedagna avvertono il Viminale: «Iniziative col primo cittadino? Significa farle fallire…» a terra subito in Bolognina, quartiere ostaggio di spaccio e criminalità, come denunciato anche dal Comune con un dossier in Procura. Da qui, il presidio fisso della polizia di Stato in Bolognina arriverà. E pure l’aumento degli organici. Il Comune metterà a disposizione un locale per aprire un nuovo posto di Polizia in zona, a cui saranno assegnati 15 agenti in più rispetto a oggi. Allo stesso tempo, «sarà raddoppiata la dotazione di uomini della Polizia locale a servizio della Bolognina e del Navile, che da ottobre passerà da 30 a 60 agenti, alla luce anche delle 160 nuove assunzioni di vigili che porteranno a una riorganizzazione complessiva del corpo», dettaglia il sindaco. Inoltre, riferisce Lepore, il ministro si è impegnato anche a «dotare la città di una cinquantina di unità di personale in più, che potranno stare sulle strade». Previsto, infine, anche un ufficio mobile dei Carabinieri. Il senso di questa intesa (il patto si firmerà più avanti) è chiaro: «Oggi è un giorno importante – spiega il sindaco, al termine della cerimonia – e anche in onore di questo ci siamo detti che dovremmo partire dalle cose che ci uniscono e poi affrontare successivamente quelle che ci dividono». Un’impostazione tenuta anche da Piantedosi nel suo discorso: «Le misure che continueremo a mettere in campo anche all’interno di un accordo con il Comune a cui stiamo lavorando rappresentano la strada giusta da percorrere». Ma se sulle cose «che uniscono» si è trovata un’intesa, restano sul tavolo le distanze sul resto del pacchetto sicurezza. E le parole distensive di Lepore, in apertura del suo discorso nel salutare Piantedosi («un amico della nostra città»), non sono bastate per firmare un patto complessivo.
LE DISTANZE
«La proroga delle zone rosse è stata già valutata anche dalle autorità locali, in ambito del Comi *** tato per l’ordine pubblico – sottolinea il ministro – e quindi andiamo avanti». Un possibile ricorso al Tar, evocato da Detjon Begaj di Coalizione civica? «Il nostro Paese e la nostra Costituzione riconoscono il diritto di difesa e di ricorso giurisdizionale a chiunque – allarga le braccia Piantedosi- se lo si farà, chi lo farà se ne assumerà la responsabilità». Il Cpr per gli spacciatori, aggiunge il titolare del Viminale, «come ha detto il sindaco non è una cosa che deve necessariamente rientrare in un accordo, perché è un’iniziativa di competenza dello Stato. Noi ci crediamo fortemente, altrove sta dando dei buoni risultati. Quindi ci ripromettiamo di prendere in considerazione l’ipotesi». Lepore su Cpr e zone rosse mantiene la stessa posizione di qualche giorno fa: «Il nostro no al Cpr è noto. In questo momento a livello nazionale i Cpr sono mezzi vuoti, quindi deciderà il governo che cosa vuole portare avanti». Quanto alle zone rosse, «non sono pregiudizialmente contrario, l’importante è che servano». Su Begaj, favorevole al ricorso al Tar, minimizza: «È un consigliere comunale e ha espresso il suo parere».
LE REAZIONI POLITICHE
Se il rapporto Piantedosi-Lepore si è ammorbidito, Fdl, ieri in prima fila con il senatore Marco Lisei e l’eurodeputato Stefano Cavedagna (in odore di sfida con Lepore alle Comunali, ndr), frena su un possibile patto: «Qualsiasi collaborazione con il sindaco sulla sicurezza significherebbe farla fallire», avvertono i meloniani. Segno che da Fdl, azionista di maggioranza del governo, non è vista di buon occhio un’intesa con il sistema Bologna. Di diverso tenore il commento del deputato dem Andrea De Maria: «Non posso che essere molto soddisfatto per il risultato di un lavoro di sinergie istituzionali».
Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino – 14 settembre 2025