Il pressing di Tonelli (Ascom). «Basta divisioni, serve un’intesa Sulla sicurezza non si puo’ fallire»

Il direttore dell’associazione di categoria: «Dal Cpr alle zone rosse, condividiamo le proposte del Viminale Un ministro che conosce benissimo la nostra città è una grande occasione. Si trovi una mediazione»

«Basta divisioni tra governo e Comune sulla gestione della sicurezza e della criminalità in città. Un accordo tra le istituzioni va trovato», ammoniscono i vertici di Ascom, il presidente Enrico Postacchini e il direttore generale Giancarlo Tonelli, dopo le schermaglie su Qn-Carlino. E proprio Tonelli, alla vigilia dell’arrivo del ministro Matteo Piantedosi sotto le Torri per l’inaugurazione della caserma del Pilastro, va in pressing «affinché il patto sulla sicurezza per Bologna venga firmato».

Da quello che filtra alla vigilia, le posizioni del ministro e del sindaco restano lontane. Tonelli, auspica comunque che il patto sulla sicurezza venga rinnovato?

«Non auspico, lo chiedo. Perché la sicurezza è una delle priorità che si vivono in città. E tocca, di giorno e di notte, molto da vicino imprese, famiglie, commercianti, operatori di pubblici esercizi, il settore dei servizi, tutti».

Che cosa ne pensa del pacchetto di misure proposte da Piantedosi?

«Le condividiamo. Dal Cpr per gli spacciatori a più agenti in Bolognina… Si tratta di misure che la nostra associazione ha presentato in più occasioni. Insomma, le proposte del Viminale sono anche le nostre richieste, come quella di ripristinare una sede delle forze dell’ordine alla Bolognina. Lo chiediamo da quando venne chiusa la caserma dei Carabinieri in via Barbieri. Come associazione, pensiamo anche alla riqualificazione di piazza XX Settembre, non ci siamo mai tirati indietro… ma ora serve un intervento più forte nei conforti degli spacciatori».

Quindi ok al Cpr e anche alla proroga delle zone rosse?

«Sì. Le zone rosse della nostra città stanno dimostrando, come Piazza XX Settembre, che dove si concentra l’attenzione delle forze dell’ordine e della società civile, i risultati si possono ottenere. Morale: penso che non si debba eliminare ciò che ha funzionato, ma fare in modo di lavorare ancora meglio».

Su questi temi Piantedosi e Lepore pare la pensino diversamente…

«Va, comunque, trovata una mediazione. Questa è un’occasione importantissima per sfruttare l’attenzione di un ministro dell’Interno, bolognese (è stato prefetto sotto le Torri, ndr), che conosce benissimo le problematiche della città zona e zona».

Non teme che le divisoni politiche porteranno a una rottura?

«Le schermaglie politiche appartengono, appunto, alla politica. Posso comprenderne le ragioni, ma ora ciò che conta è governare i problemi dello spaccio e della criminalità. Firmare un patto sulla sicurezza a Bologna potrebbe diventare un progetto pilota anche per la altre città. La sicurezza non è né di destra né di sinistra: si deve trovare un accordo, non si può fallire».

Tutto è nato dalla polemica sulle pipe del crack distribuite gratis dal Comune. Che cosa ne pensa?

«Non è questo il problema. Il problema è ben più serio».

Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino – 13 settembre 2025

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