I numeri da gennaio a maggio: crescono arrivi (+7%) e pernottamenti (+9%). Gli stranieri sono il 51%, record per gli Stati Uniti. » Bene hotel ed extra alberghiero. Ravaglia (Bologna Welcome): «Grande impatto»
Un mangificio da ‘mordi e fuggi’, come dipinta anche dal New York Times, o nuova meta tra le più gettonate per chi sceglie l’Italia, capace di differenziarsi dalle solite località? Comunque la si pensi, gli ultimi 15 anni raccontano di un turismo che a Bologna fa la voce grossa e traina una fetta dell’economia locale, sempre in crescita. Ignorare i dati sarebbe sbagliato, nonostante la città si confermi una tappa ‘short break’, dove in media i visitatori trascorrono 2,3 o 2,5 notti: i numeri dei primi cinque mesi dell’anno parlano di 876.311 arrivi e due milioni e 81.522 pernottamenti, rispettivamente in crescita del 7 e del 9%. Poi c’è l’area metropolitana: un milione e 226.316 arrivi e due milioni e 841.267 pernottamenti, sempre in crescita del 7 e del 9% rispetto al 2024. II trend è solido, direbbero gli economisti. E c’è un altro andamento che si rafforza, quello degli stranieri, che rappresentano oltre metà della torta, il 51%, con gli arrivi in aumento del 10% e i pernottamenti (+12%) che rappresentano il 57% del dato complessivo.
La novità, invece, è tutta a stelle e strisce: per la prima volta sono gli statunitensi gli innamorati di Bologna, saliti in testa alla classifica che riguarda gli stranieri. Seguono Germania, Spagna, Regno Unito, Polonia, Francia. «In tempo di dazi, questo è sicuramente positivo», commenta Mattia Santori, presidente della Destinazione turistica BolognaModena. Non solo, perché gli americani sono anche tra i più ‘spendaccioni’: secondo il rapporto ‘Tourism and Incoming Watch’, elaborato da Nexi con il ministero del Turismo, gli statunitensi con quasi 4 miliardi spesi nel 2024 sono secondi nella spesa media soltanto all’Arabia Saudita, rispettivamente con 822 e 913 euro contro una media nazionale che tocca appena 411 euro.
Ma qual è l’indotto economico? Daniele Ravaglia, presidente di Fondazione Bologna Welcome, parla di un impatto sul nostro Paese da «21 miliardi di euro». «Mi sorprende però il dato per provincia – chiosa Ravaglia -: Bologna incassa solo l’1,3% della spesa dei turisti internazionali». II trend sottolinea anche una crescita dal 2022 al 2024 del 35% per la spese degli stranieri in tutta la provincia: nel 2024 è stata di 267 milioni, 382 euro in media. E il 36% del totale regionale avviene nel territorio di Bologna. «Se cresce il comune, cresce la città metropolitana – aggiunge Santori -: dobbiamo smettere di pensare che bisogna investire su uno o sull’altro. Puntare sul centro storico non vuol dire che l’Appennino si svuoterà o che nell’Imolese non andrà nessuno, o ancora che la pianura ci sta antipatica. Servono consapevolezza e coscienza».
Per Santori le direttrici sono tre quando non si parla di città d’arte: l’Imolese, con l’Autodromo e non solo; l’Appennino, con trekking e natura; la Pianura, con ville storiche e cicloturismo. Poi c’è il dato sul tasso di occupazione medio delle strutture alberghiere: 77% (+2%). Per l’extra-alberghiero 370.668 arrivi (+20%) e 1.181.771 pernottamenti (+16%). Dalla cultura alle grandi fiere, dal comparto ‘leisure’ alle esperienze estive: «C’è continuità con gli ultimi anni, ora è importante rafforzare il concetto di organizzazione della destinazione: dall’accoglienza alla promozione, fino alla business intelligence», sottolinea Patrik Romano, direttore generale Fondazione Bologna Welcome. Giovanni Trombetti, presidente di Federalberghi, chiude: «Ci ritroviamo nei dati: l’analisi confermano che la nostra destinazione attrae positivamente diverse tipologie di turismo». C’è vivacità, insomma, al di là che si consideri Bologna la città del mordi e fuggi o un’oasi felice in continua crescita.
Francesco Moroni, Il Resto del Carlino – 31 luglio 2025