Ageop e i piccoli pazienti. La campagna solidale: «Il cancro non fa vacanze»

Nel 2024 l’associazione ha aiutato 77 famiglie e salvato dieci vite in città. La direttrice Testoni sul tetto al 5×1000: «Così però la torta si restringe»

«Restami accanto, dovunque andrai. La mia cura non può andare in vacanza». È questo il claim della campagna estiva di Ageop Ricerca, che invita a non dimenticare bambini e ragazzi dell’Oncologia Pediatrica nei mesi in cui l’attenzione tende fisiologicamente a calare. «Ma il cancro non va in vacanza», ricorda la direttrice di Ageop Francesca Testoni. Sulla piattaforma https://dona.ageop.org/estate/ è possibile contribuire a sostenere l’operato dell’associazione, che nel 2024 ha garantito l’accoglienza gratuita in quattro case a 77 famiglie (+11 rispetto al 2023), spendendo in un ulteriore appartamento in affitto per rispondere alla crescente richiesta. Sono stati erogati 423 mila euro, che hanno finanziato «Restami accanto, dovunque andrai. La mia cura non può andare in vacanza». È questo il claim della campagna estiva di Ageop Ricerca, che invita a non
dimenticare bambini e ragazzi dell’Oncologia Pediatrica nei mesi in cui l’attenzione tende fisiologicamente a calare. «Ma il cancro non va in vacanza», ricorda la direttrice di Ageop Francesca Testoni. Sulla piattaforma https://dona.ageop.org/estate/ è possibile contribuire a sostenere l’operato dell’associazione, che nel 2024 ha garantito l’accoglienza gratuita in quattro case a 77 famiglie (+11 rispetto al 2023), spendendo in un ulteriore appartamento in affitto per rispondere alla crescente richiesta. Sono stati erogati 423 mila euro, che hanno finanziato dieci vite a Bologna. Ma per sostenere cura e ricerca servono fondi, e l’estate è sempre un periodo complicato: «Le scuole
chiudono, le grandi raccolte si esauriscono tra maggio e giugno, e da luglio le donazioni calano bruscamente», afferma Testoni. A questo si aggiunge il tetto stabilito dal governo sul 5×1000:
«Abbiamo
ricevuto più preferenze ma meno fondi – spiega la direttrice –. Con più associazioni
e un tetto invariato, la torta si restringe. Inoltre le grandi realtà del terzo settore affrontano costi alti per la rendicontazione, le piccole spesso ne sono esentate. Occorrerebbero più controlli in questo senso: ben vengano tutte le associazioni, purché siano autentiche». Alcune federazioni a livello nazionale hanno chiesto di rivedere il tetto e «la nostra non ha ancora aderito, ma lo faremo singolarmente: è impensabile che lo Stato trattenga una parte di ciò che i cittadini scelgono di donare, e che prelevi proprio da quelle associazioni che sostengono il servizio sanitario pubblico e il welfare: di fatto, a noi arriva il 4 per mille – chiude –. I pazienti con malattie gravi, soprattutto bambini, andrebbero sostenuti da tutti».

Alice Pavarotti, Il Resto del Carlino – 30 luglio 2025

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