Ascom, Confesercenti e Cna sulle attività vicine alla torre: «Da due anni mostrano responsabilità Cali di fatturato e sacrifici per tenere il personale, ma c’è bisogno di certezze e pianificazione»
La categorie non ci stanno. L’incertezza c’è, si percepisce «dalle parole e dagli umori delle attività che vivono attorno all’area della Garisenda. «Oltre 500 imprese e 2.000 lavoratori», puntualizza Giancarlo Tonelli, direttore generale di Confcommercio Ascom. Imprese che «da due anni, mostrando grande senso di responsabilità, hanno affrontato l’emergenza dei cantieri, con cali di fatturato dal 15 al 30%», insiste. Ma, oltre all’incertezza, c’è anche la preoccupazione per una programmazione che, ad oggi, non fa stare tranquilli gli operatori. In particolare sull’orizzonte temporale per vedere finiti i lavori sulla torre, che il sindaco a maggio ha tracciato «entro il 2028».
«Le nostre imprese si sono impegnate per evitare di mettere a casa il personale con una cura e un’attenzione altissime – prosegue Tonelli -. Ora, però, chiedono giustamente che vengano rispettati i tempi: la roadmap tracciata dal sindaco ha suscitato ottimismo, perché significa che da qui a tre anni e mezzo tutto dovrebbe concludersi. È fondamentale che questi tempi vengano rispettati. I cantieri non hanno avuto conseguenze solo sui ricavi, ma anche sulla mobilità e sul turismo». Ci sono, infatti, tutte le tematiche ‘satelliti’. A partire dalla chiusura della Torre dell’Asinelli e il conseguento buco con lo stop alle visite: «È sempre stata una eccellenza e la chiusura non solo crea un danno per i bilanci di Bologna Welcome, ma anche alla promozione e all’attrattività della città».
Per Loreno Rossi, direttore generale di Confesercenti, gli associati parlano soprattutto di «preoccupazione e timori»: «Chiediamo di accelerare al massimo i tempi dei lavori o, eventualmente, di pensare allora a ulteriori contributi e iniziative per supportare le attività. Francamente si fa fatica ad accettare quattro o cinque anni per lavori di restauro, quando in altri Paesi, nello stesso arco di tempo, si realizzano ponti e grattaceli». Preoccupato anche Claudio Pazzaglia, direttore di Cna: «Finire i lavori nel 2028 è un auspicio: vogliamo essere ottimisti, ma ad oggi ci sembra anche difficile chiudere l’intero restauro fra poco più di tre anni. Tra i nostri associati, poi, c’è anche l’unica attività che ha chiuso dopo l’avvio dei cantieri: Artigianarte, proprio alla base dell’Asinelli. Il sindaco allora ci disse che non avrebbe potuto riaprire fino al 2028: chi vivrà vedrà, perché ad oggi certezza non c’è».
Francesco Moroni, Il Resto del Carlino – 24 luglio 2025