Settore trainante per l’economia, superati i tre giorni di permanenza. Determinante l’aumento delle offerte culturali, sportive e ambientali La soddisfazione del presidente Ravaglia: «Sorpassati i dati dello scorso anno»
Da gennaio a maggio il turismo ha superato le aspettative e i risultati dello scorso anno: l’occupazione media delle camere ha raggiunto il 75,1%, ovvero tre punti percentuali in più rispetto alla media dello stesso periodo del 2024. A spiegarlo è Daniele Ravaglia, presidente di Bologna Welcome, che parla di una vera e propria «industria del turismo», un settore trainante per l’economia regionale, con 78mila occupati solo a Bologna. Un trend positivo che, secondo Bologna Welcome, si confermerà a giugno, luglio e agosto. Presidente Ravaglia, da cosa deriva l’andamento così positivo? «Dall’aumento del numero di visitatori e dalla maggiore durata del soggiorno: abbiamo finalmente superato i tre giorni di permanenza media. Era uno dei nostri obiettivi principali». Cosa cerca il turista che visita Bologna? «Non solo l’enogastronomia, che resta un elemento importante. Le proposte culturali, sportive e ambientali sono sempre più ricche. Questo permette ai visitatori di fermarsi più a lungo e di apprezzare pienamente una città d’arte come Bologna».
La cultura è davvero uno dei motori principali del turismo? «Assolutamente sì. Bologna è un laboratorio di arte viva, dove il contemporaneo dialoga con la storia. Qui l’arte non è solo memoria, ma anche attualità. Un esempio è ‘L’Ombra di Guernica’ di Joan Crous, esposta fino al 29 giugno nella basilica di San Petronio. La scelta del luogo è significativa: rappresenta un dialogo tra forme d’arte diverse, tra ciò che è conservato e ciò che nasce nel presente. Poi da novembre scorso Bologna Welcome gestisce anche Palazzo Pepoli, che ha registrato un’esplosione di visitatori: 8mila solo nei primi tre mesi, di cui il 40% stranieri». I turisti si spingono anche oltre il centro storico? «Sì, è uno degli obiettivi principali: ampliare l’area di interesse turistico. Promuoviamo un turismo lento e consapevole, a contatto con la natura. Un esempio è il ‘Sentiero delle Sterpi’, che conduce a un piccolo oratorio decorato con opere dello scultore Luigi Enzo Mattei. Così come i tour a Grizzana Morandi, nel borgo La Scola e alla Rocchetta Mattei». La ridotta mobilità urbana e l’aumento dei costi dei trasporti pubblici non hanno avuto un impatto negativo? «Al momento no. Stiamo puntando molto sulle visite a piedi, sia in centro sia in periferia. Va detto, però, che spostarsi in città è diventato complesso: nelle ore di punta ci si impiega anche un’ora e mezza per attraversare Bologna, e una parte significativa del tempo libero rischia di andare persa». Cosa dicono i dati più recenti sui turisti stranieri? «II 30 maggio abbiamo registrato il 60% di presenze straniere, contro il 40% di turisti italiani. La media del 2024 si attestava al 51% di stranieri». Si può parlare di una tendenza consolidata? «Sì, gli stranieri amano Bologna. È un dato da tenere in grande considerazione. Il Paese con la crescita più rapida è attualmente gli Stati Uniti, e i turisti statunitensi sono anche quelli che spendono di più sotto le Due Torri». E il turismo congressuale? «Bologna è oggi al 5lesimo posto nel mondo per il turismo congressuale, davanti a città come Dubai, Shanghai e Vancouver, e al terzo
Amalia Apicella, Il Resto del Carlino – 23 giugno 2025