Tecnologia Ai la città corre veloce

Non lasciamo indietro fragili e nuovi poveri

C’è una città che corre veloce, che è quella delle innovazioni tecnologiche, dell’intelligenza artificiale e di certe aziende, e c’è una città che fa più fatica, che è quella che rischia di rimanere indietro, tra nuove fragilità e povertà. Dalla società civile prende corpo il terzo settore, che ha la capacità di intercettare prima le necessità e i bisogni di una comunità, e che, se ascoltato, può dare importanti strumenti per non lasciare indietro nessuno. Ne è convinta anche Raffaella Pannuti, presidente di Fondazione Ant, che dal padre Franco ha raccolto l’eredità alla guida e che ne sta portando avanti la visione, l’indole innovativa, l’attenzione alla ricerca e alla formazione. Fondazione che, dalla sua nascita, ha assistito 170 mila sofferenti di tumore in modo gratuito. Per lei, parlare di futuro, di
Bologna nel 2050, vuole dir parlare di «formazione, di governance, di big data e di ambiente, aspetti intrinsecamente legati l’uno all’altro». Dottoressa Pannuti, ripartiamo dalla formazione. «La prima cosa che viene in mente nel parlare di futuro sono i giovani e la loro formazione, con l’obiettivo di creare un futuro più a misura d’uomo; ma parlare di formazione vuol dire anche parlare di università.
Bologna da sempre e storicamente ha una vocazione accademica, che deve essere preservata, anche con un nuovo impatto incentrato sulle maggiori competenze presenti a Bologna, ovvero le aziende e i data center. Ma ci vuole anche un nuovo patto per la casa, Università e Comune: gli studenti devono continuare a essere ospitati, devono continuare a trovare un ambiente Stato, con risorse per garanti re affitti calmierati. Lei è anche vicepresidente di Acer e la questione abitativa è una delle principali emergenze della città.
«Sì, si sta lavorando tanto ma molto di più va fatto. Diceva poi dell’innovazione e dei dati: come potranno diventare una risorsa? «Lo sarà con una transizione digitale che sia al servizio della comunità. Oggi in Ant è stato organizzato un convegno sulla assistenza territoriale per la Ia prevenzione delle fragilità. Tra i presenyti: la direttrice Generale del Sant’Orsola, Chiara Gibertoni, e l’assessore alle I Politiche per la salute, Massimo Fabi Insieme si è ravvisata I la necessità di una collaborazione più stretta con chi, come Fondazione Ant, ha costruito competenze territoriali, sulle cure palliative e sui !ne migliaia di dati aggregati utili a costruire modelli sostenibili nello spazio e nel tempo. Tutto questo va messo a sistema e al servizio dei cittadini, che vuol dire arrivare a un nuovo patto tra Università, data center e terzo settore: per quest’ultimo è necessario superare il concetto di assistenzialismo a favore di una visione di co-progettazione. C’è poi un altro aspetto». Prego «La transizione ecologica: Bologna si è candidata a diventare carbon neutra! entro il 2030 e anche questa trasformazione deve tenere al centro ‘ le categorie più fragili. Non può essere una transizione solo per chi può permetterselo, ma per tutti. Va ripensato il modello energetico, che a mio avviso potrebbe passare anche attraverso il nucleare pulito e sicuro, perché la transizione digitale, va detto, costa moltissimo dal punto di vista energetico. L’energia pulita deve essere per tutti, con un occhio di riguardo alle categorie fragili, che ne hanno bisogno, a basso costo». Anche la sanità sta affrontando e dovrà affrontare nuove fragilità.
«Ogni
epoca ha le sue fragilità, che oggi sono cambiate rispetto, per citare un caso, al dopoguerra, quando comunque erano molto forti. Pensando ai giovani d’oggi, l’impressione e che si faccia fatica a distinguere tra virtuale e reale, e che ci siano difficoltà nel dare valore alla vita. Ecco che affrontare
la transizione digitale vuole dire anche farsi carico di tali fragilità dei ragazzi». Tra 25 anni ci sarà una sanità integrata universalistica? «Ci sarà? Credo che l’integrazione con il terzo settore sia indispensabile per la pace sociale, che comprende anche la pace sanitaria».

Federica Nannetti, Corriere di Bologna -13 giugno 2025

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