Sulla volontà del Comune di ridurre gli spazi esterni alle attività: «Sono una risorsa». Tonelli, Ascom: «E’ sbagliato vedere i dehors come un problema»
Ci sono quelli disciplinati da norme meno stringenti, a seguito dell’avvento del Covid, e quelli permanenti che da tempo affollano strade e piazze. I dehors fanno parte dell’arredo urbano e hanno contribuito a ridefinire i connotati della città. Anche se, dopo la pandemia, il numero si è ridotto corposamente. Non abbastanza, però, secondo il sindaco: Matteo Lepore l’altro giorno ha infatti parlato della volontà di «ridurre ancora di più i dehors», mentre annunciava una nuova «proposta complessiva in arrivo a settembre sul centro storico». Una crociata a tavolini e spazi all’aperto che, tuttavia, si scontra con quello che pensano le associazioni di categoria. «Ê sbagliato vedere i dehors come un problema – puntualizza Giancarlo Tonelli, direttore generale di Confcommercio Ascom -. Bologna in questi anni è cresciuta come città turistica, A metà febbraio la Giunta ha cambiato il regolamento alzando le tariffe con rincari del 30% accogliente, aperta. E i dehors rappresentano per tanti turisti la scelta migliore. Perché? Perché sono cambiate le abitudini di vita. Gli spazi all’aperto dei pubblici esercizi non vanno visti come un modo per sfruttare in maniera ambigua un tratto di strada, ma per quello che sono: una risorsa che garantisce presidio del territorio, illuminazione, sicurezza. E a tutto questo aggiungo che, in molti casi, un dehors richiede anche l’assunzione di una persona in più che se ne occupi, quindi ha anche un valore economico e sociale». C’è poi il tema dei cosiddetti dehors Covid, cioè quelli autorizzati durante la pandemia per favorire il distanziamento sociale, poi prorogati (fino a fine 2025): erano più di mille nel 2021, quando si è insediata la Giunta Lepore, mentre oggi secondo il Comune sono scesi a 105, a cui vanno aggiunti gli altri 952 permanenti (617 in centro e 335 fuori).
Un numero complessivo che, dunque, è stato già ridotto in maniera consistente. «Non capisco che senso abbia oggi una crociata contro i dehors – insiste Tonelli -, a maggior ragione di fronte al fatto che il Governo sta studiando un disegno di legge per uniformare in tutta Italia le regole che li riguardano. Qualcosa che noi, come Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi, ndr) abbiamo sempre chiesto: non si capisce perché in città diverse debbano esserci interpretazioni diverse. Poi se c’è qualche tentativo di debordare dagli spazi autorizzati, ma a noi risultano pochissimi, ben vengano i controlli». Il Comune ha rimodulato le tariffe per i dehors a metà febbraio, con rincari fino al 30% in centro: la tariffa giornaliera al metro quadro è passata da 0,74 euro a 0,96 per quelli in aree pedonali dentro le mura e per quelli nei T-Days, mentre quella per i dehors sulle ‘strisce blu’ nelle aree pedonali del centro è cresciuta fino a 1,30 euro. E ancora: 0,85 euro per gli altri dehors in centro e 1,20 per quelli su aree di sosta. «I dehors sono un’esigenza di mercato e non una paturnia delle attività – incalza Loreno Rossi, direttore generale di Confesercenti -. Il Comune ne ha già disincentivato *** l’utilizzo aumentando i costi, i dehors non sono un regalo: non può passare l’idea che il dehors sia un problema». In un quadro complesso ci sono anche esempi virtuosi, come quello del ristorante ‘Michelemmà’, che ha inaugurato un dehors di 40 metri quadri tra via e Riva Reno: «Abbiamo investito più di 60mila euro – rivela il patron Salvatore Soria – nonostante i disagi del cantiere del tram, l’alluvione e diversi furti». Soddisfatta anche Luisa Guidone, assessora al Commercio. I dehors come investimento, insomma, mentre anche Claudio Pazzaglia (direttore generale di Cna) è sorpreso dai modi del sindaco: «Fare questi annunci ha poco senso, occorrerebbe prima una bella chiacchierata con le associazioni. Oggi la pensiamo come quando abbiamo visto aumentare unilateralmente i costi della sosta e del trasporto pubblico: così non va bene».
Francesco Moroni, Il Resto del Carlino – 26 maggio 2025