La richiesta dei gestori all’ assessora Conti: ” Costi aumentati, personale introvabile: è urgente rivedere l’ accreditamento”
” Così non resistiamo , è il primo allarme delle case di residenza per anziani private, che chiedonodi riaprire il tavolo con la regione. E’ un momento molto difficile dice Averardo Orta del consorzio Colibrì, che gestisce 23 strutture in Emilia Romagna. Tanto per cominciare c’è una crisi di personale. Non riusciamo a reperire un numero sufficiente di infermieri , di medici, e di Oss, e non ricorrendo ad agenzie che arrivano a chiedere 9mila euro per ciascuna figura. Poi dobbiamo pagargli anche l’ alloggio. L’altro problema sono i costi dell’energia i tassi d’interesse l’inflazione in generale. Tradotto: senza un aumento delle tariffe di 10 15 auro al giorno nn si va avanti. Oggi la tariffa per i cittadini è di 54 euro al giorno, nelle Case accreditate. I gestori privati chiedono all ‘assessore regionale welfare Isabella Conti di arrivare a 65-70. Altrimenti, dicono, finiranno per ridurre i posti letto, accreditati o i servizi.
Lo sottolinea il Presidente di Anaste Emilia Romagna Gianluigi Pirazzoli: Purtroppo la lista di attesa e’ ampia e la situazione coi nuovi accreditamenti non è chiara. I costi sono aumentati vertiginosamente, il personale è introvabile : le tariffe devono arrivare a 65-70 euro al giorno: in altre regioni le cifre sono molto diverse. Abbiamo 220mila anziani in Emilia Romagna che arriveranno a 350mila euro in 10 anni, serve una compartecipazione in base all’ Isee. Intanto però aumentano gli insolventi. I pazienti che non riescono a pagare la retta . Questo è un altro problema che sta venendo fuori in molte strutture, c’è un esposizione di decine di migliaia di euro.
C.G. la Repubblica Bologna – 19 maggio 2025
