Il piano del Comune in Soprintendenza: due fasi di tiro e iniezioni di malta. Tralicci operativi a inizio 2026 per non perdere i fondi Pnrr, poi altri interventi
La nuova scadenza è il 2028. Entro tre anni si chiuderanno messa in sicurezza e restauro della Garisenda: parola del Comune, che ha presentato il progetto esecutivo alla Soprintendenza. Ora le Belle Arti sono chiamate a esprimersi sul piano: «Aspettiamo il prima possibile una risposta», esorta il sindaco Matteo Lepore, che ricorda come questo sia «un progetto molto complesso su cui finora c’è stata la massima collaborazione». Il pericolo di crollo, intanto, si è «ridimensionato» rispetto a quando venne alla luce a novembre 2023, anche grazie al ‘recinto’ e ai container installati.
I TRALICCI
Eccolo, il nuovo cronoprogramma per salvare la torre malata. Il primo passo è quello di costruire un sistema di ponteggi per poter lavorare sul monumento. I tracci saranno legati alla Garisenda con cavi d’acciaio e alcune fasce elastiche in poliestere poste a metà del tronco, cioè a una ventina di metri di altezza. Si procederà alla «ristilatura dei giunti» con rinforzi piazzati ogni 2, 3 o 4 fasce di mattoni. Poi saranno azionati i tralicci sul lato nord e su quello ovest: per far operare le macchine in piazza di
Porta Ravegnana è stato realizzato anche una sorta di rialzamento per raggiungere il punto di tiro ed esercitare uno sforzo orizzontale, mentre l’imbracatura è studiata per non arrecare danno alla muratura. I tralicci agiranno in due fasi e la prima è definita di «tiro ridotto», con un’azione applicata molto lentamente, capace di ridurre la sollecitazione al piede delle pareti del 5%. Il tiro si opporrà ai movimenti della torre verso sud, con uno sforzo di 10 tonnellate, e verso est, con uno sforzo di 20. Completata la fase di tiro ridotto, di procederà con accorgimenti o con la seconda fase.
LE INIEZIONI
Poi inizieranno le iniezioni di «una malata speciale, creata ad hoc per la Garisenda» per resistere ad agenti come caldo e freddo. Le prime iniezioni verranno realizzate in «un campo prove» e si concentreranno sullo spigolo nord-ovest del basamento, quello meno sollecitato. I fori saranno realizzati in corrispondenza dei giunti verticali fra i conci del rivestimento, per non intaccare la selenite, e saranno orientati verso il basso per favorire la penetrazione della malta. Infine, nell’ultima fase, le iniezioni saranno estese a tutto il resto del tronco, prima di una lunga fase di monitoraggio
che ne verificherà l’attecchimento e la buona riuscita. I tralicci saranno quindi smontati soltanto dopo le verifiche, basate anche sul confronto degli esperti con modelli matematici.
I TEMPI
La scadenza finale passa da un primo traguardo, giugno 2026, deadline entro la quale bisognerà aver messo in funzione i famosi tralicci usati per la Torre di Pisa (si parla di inizio 2026) e avviato il grosso delle operazioni. Il rischio, altrimenti, è perdere i fondi del Pnrr: 6 milioni assieme a quelli in arrivo dalle donazioni dei bolognesi. Dopo si procederà con ulteriori interventi di consolidamento e iniezioni su tutto il tronco del monumento, grazie ai fondi della Regione per circa altri 4 milioni, con l’obiettivo di completare l’intero intervento come detto entro il 2028.
IL CANTIERE
Soddisfatto Lepore: «Se saremo stati bravi, saranno passati 4 anni e mezzo dal primo allarme del comitato tecnico-scientifico, cioè la metà del tempo impiegato per mettere in sicurezza la Torre di Pisa». Il cantiere intanto «rimarrà sicuramente per tutta la durata dei lavori», mentre il Comune sta ragionando se e quando riaprire le visite per la Torre degli Asinelli. «Sarà decisivo il momento in cui toccheremo la torre, un momento di grande delicatezza e pathos per la città – chiude il sindaco –.
Stiamo parlando di un monumento di oltre 900 anni e i rischi ci sono, il nostro lavoro è ridurre mese per mese il tasso: ci stiamo riuscendo». A presentare il progetto anche gli esperti al lavoro nella task force Raffaela Bruni, Manuela Faustini Fustini, Gilberto Dallavalle, Stefano Podestà e Massimo Majowiecki.
Francesco Moroni, Il Resto del Carlino -14 maggio 2025