Il numero uno di piazza Galilei ragiona sulla situazione cittadina e sui passi avanti nell’area di XX Settembre: «Un modello da esportare». Oggi di fronte alla stazione ‘Una rete di valori’ con torneo di sitting volley
Le zone rosse «sono state e sono importanti perché, in qualche modo, costringono tutte le forze di polizia ad essere più attente, in quanto c’è un’ordinanza da far rispettare». E questa attenzione, concretamente, ha portato «a effettuare più arresti e denunce: insomma, è uno strumento che pone l’attenzione su aree che vanno effettivamente attenzionate». Lo ha detto il questore Antonio Sbordone, ragionando sulla situazione sicurezza in città, a margine dell’incontro di presentazione di ‘Una rete di valori’, alla presenza dell’assessore allo Sport Roberta Li Calzi e del direttore di Ascom Giancarlo Tonelli. Una giornata dedicata alla disciplina paraolimpica sitting volley, che si svilupperà oggi tra Sferisterio, dove si terrà il torneo organizzato dal Villanova Volley, Montagnola e piazza XX Settembre e che vedrà la partecipazione di 300 studenti. In Montagnola sarà presente il track multimediale della Polizia postale, che accoglierà i ragazzi prima di un passaggio in piazza XX Settembre, dove è in atto da mesi un progetto di recupero dello spazio che vede in campo Comune e Ascom. Un’area, quella dove oggi si fonderanno sport, inclusione e sicurezza, che periodicamente torna sotto i riflettori per episodi di violenza o di microcriminalità.
«Non abbiamo vinto la battaglia – ha detto sul punto il questore -: probabilmente non la vinceremo mai, ma sono stati fatti dei passi avanti e altri se ne possono fare». Perché il contesto «non è semplice – continua Sbordone -: abbiamo a che fare con una moltitudine di persone che sono potenzialmente pericolose, per situazioni di disagio e marginalità o per il coinvolgimento in vicende di tossicodipendenza odi spaccio. Il fronte è vasto, e noi non possiamo fare altro che recuperare gli spazi con uno sforzo congiunto da parte di tutte le istituzioni: mi pare che questo sforzo congiunto lo stiamo facendo, sono moderatamente soddisfatto e non bisogna mollare». Per il questore, la strada è insomma quella della collaborazione e sinergia tra istituzioni. E se certo, «se avessimo più pattuglie – e auspichiamo che in un prossimo futuro sia così – saremmo più presenti sul territorio», tuttavia la microcriminalità «non potrà mai essere debellata soltanto con le forze di polizia: una militarizzazione totale non è pos si bile e non è nemmeno auspicabile». Quindi, per il questore Sbordone non c’è solo la questione della carenza di agenti – «ne sento parlare da quando sono in polizia, c’è anche in questo momento, e se fossimo di più potremmo fare qualcosa di più», dice – ma la priorità resta «l’esigenza di concentrare bene gli interventi, fare un’analisi delle priorità e fare iniziative come quella di stiamo parlando».
Sbordone ha espresso il suo parere anche sulla polemica nata sull’uso del taser, dopo l’intervento dei carabinieri che l’hanno usato per fermare un esagitato che stava colpendo con delle forbici dei passanti in Bolognina: «lo – è fermo il questore – dico senza mezzi termini che sono assolutamente favorevole a questo strumento. Certo, bisogna usarlo con la testa, come è successo in questa circostanza, in cui c’erano tutti gli estremi per farlo. Dico anche che è uno strumento di tutela degli operatori, perché di fronte a una persona aggressiva e pericolosa, che ti può fare del male, meglio usare il taser che altro».
Nicoletta Tempera, Il Resto del Carlino – 9 maggio 2025
Sicurezza, il questore: «Servono più agenti, ma la militarizzazione non è la soluzione»
L’analisi dopo le polemiche politiche: «Estendere il modello di piazza XX Settembre alla Bolognina»
«Se ci fosse più personale si potrebbe essere più presenti sul territorio e questo è l’auspicio per il prossimo futuro, ma non è comunque pensabile, né auspicabile, una militarizzazione totale». I fenomeni di microcriminalità e di spaccio «non potranno essere debellati soltanto con le forze di polizia». A dirlo è il questore Antonio Sbordone che, dopo giorni di polemiche politiche per l’ultima aggressione di domenica in piazza dell’Unità, è intervenuto ieri sul tema sicurezza. Una risposta che arriva all’indomani della «chiamata» a Bologna da parte del sindaco Matteo Lepore al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per rinnovare il Patto per la sicurezza urbana integrata e della richiesta del primo cittadino, per l’appunto, di più forze dell’ordine. «Da quando sono in polizia — ha detto Sbordone — sento parlare di carenza di agenti. C’è anche in questo momento, non lo nego, se fossimo di più potremmo fare qualcosa di più. Ma, prima di questo, viene l’esigenza di concertare bene gli interventi, di fare un’analisi della priorità. La militarizzazione totale del territorio non è possibile e nemmeno auspicabile». Tra le aree prioritarie, quelle identificate dall’ordinanza sul divieto di stazionamento per i soggetti già denunciati per reati in materia di stupefacenti, contro la persona e in materia di danneggiamento, ovvero le cosiddette zone rosse. Provvedimento rispetto al quale nei giorni scorsi il Pd in Consiglio comunale si era interrogato sull’efficacia. «Le zone rosse sono state e sono importanti — ha sottolineato il questore — perché costringono tutte le forze di polizia a essere più attente; c’è un’ordinanza da far rispettare». Di per sé, ha riconosciuto Sbordone, il provvedimento non pub essere risolutivo e «definitivo, perché, anche quando troviamo persone che violano l’ordinanza, la sanzione non è particolarmente incisiva». Tuttavia l’aumento dei controlli ha portato a un conseguente aumento di «denunce e arresti» in aree che «vanno effettivamente tenute sotto controllo — ha ribadito —. Il contesto non è semplice, abbiamo a che fare con una moltitudine di persone che sono potenzialmente pericolose, per situazioni di disagio e marginalità o per il coinvolgimento in vicende di tossicodipendenza odi spaccio». Poi, una chiosa sull’uso del taser, parimenti al centro della discussione degli ultimi giorni: «Dico senza mezzi termini che sono assolutamente favorevole a questo strumento.
Naturalmente bisogna usarlo con la testa, come è successo in questa circostanza (quella di domenica in piazza dell’Unità da parte dei carabinieri, ndr), in cui c’erano tutti gli estremi per usarlo. Dico anche che è uno strumento di tutela degli operatori, perché di fronte a una persona aggressiva e pericolosa, che ti può fare del male, meglio usare il taser che altro». In un fronte così vasto, come ha fatto notare anche in passato il questore, è dunque necessario «recuperare gli spazi con uno sforzo congiunto da parte di tutte le istituzioni». Un esempio già in corso è *** il progetto in essere in piazza XX Settembre in collaborazione con Ascom Confcommercio e il Comune, che è arrivato ai suoi primi cento giorni dall’attivazione. Un modello che si ha l’intenzione di replicare, hanno annunciato sia il questore sia il direttore di Ascom Giancarlo Tonelli, anche in altre aree: la Bolognina e il Pilastro potrebbero essere alcune delle prossime interessate. Proprio in questo contesto si inserisce l’iniziativa di sitting volley del prossimo i3 maggio: un torneo di questa disciplina paralimpica è previsto allo Sferisterio e altre iniziative in contemporanea si terranno in Montagnola e in piazza XX Settembre. «Lavorare insieme funziona», la conclusione di Tonelli.
Federica Nannetti, Corriere di Bologna – 9 maggio 2025