Commercio, nuovo ‘decreto Unesco’. Tutte le regole nelle aree storiche. Cambia l’iter per avere la deroga

I paletti del Comune per i prossimi tre anni: ok al commercio di alimenti per farmacie e laboratori artigianali. La Giunta deciderà i criteri assieme alle categorie e non approverà più i ‘progetti

L’impianto è confermato. E l’obiettivo resta quello di porre un freno al proliferare di nuove realtà in centro a partire dai ristoranti, ma non solo. Il famoso ‘decreto Unesco’ si rinnova per continuare a normare il commercio nelle aree di valore storico-colturale (il cosiddetto ‘nucleo di antica formazione’): il Comune ha licenziato martedì il nuovo regolamento, che ora proseguirà il proprio iter per l’approvazione in Consiglio. Una serie di paletti che riprende quelli già visti con il regolamento introdotto nel 2019 e rinnovato poi nel 2022 per altri tre anni.

LE NOVITA Durerà a sua volta tre anni e scadrà il 30 giugno 2028. Resta invariata la zona di efficacia, così come gli obiettivi a cui devono rispondere i progetti in deroga, mentre si inverte la procedura: l’approvazione del Comune non arriverà più alla fine dell’iter, ma all’inizio, con «criteri trasparenti» di accesso condivisi con le associazioni di categoria. La valutazione sarà effettuata da una Commissione comunale e, nel caso di parere positivo, il dirigente rilascerà l’autorizzazione (non più la ‘Scia’, la Segnalazione certificata di inizio attività). Una passaggio che «va a semplificare l’iter in alcuni casi», sottolinea Luisa Guidone, assessora al Commercio. Spazio anche ai controlli con la guardia di finanza su regolarità fiscale e contributiva: il lavoro irregolare sarà una delle causa di decadenza dell’autorizzazione (senza diritto di risarcimento).

COSA NON SI PUO’ FARE Pilastro del regolamento resta l’impossibilità di trasformare un’attività da non alimentare ad alimentare per scongiurare la ‘città mangificio’ paventata anche dal New York Times. Vietato poi l’insediamento di ‘money change’ e ‘money transfer’, phone center e internet point, così come di compro oro, sale slot e centri scommesse. La priorità è «tutelare il centro e mantenere il mix merceologico esistente», chiosa l’assessora.

COSA SI PUO’ FARE Vengono consentiti senza bisogno di deroga il commercio di alimentari per farmacie, parafarmacie ed erboristerie, così come la vendita di integratori alimentari negli esercizi alimentari nel limite del 3% della superficie e non oltre i 10 metri quadrati e il commercio alimentare – ad esclusione degli alcolici – per laboratori artigianali alimentari, sempre rispettando i limiti citati. Ok anche a nuovi magazzini o depositi, fatta eccezioni per locali utilizzati in precedenza come attività commerciali o uffici.

I ‘PROGETTI SPECIALI’ Le nuove regole sono retroattive e riguarderanno anche le attività approvate negli ultimi anni. Come riportato dal Carlino, infatti, solo 12 progetti già approvati su 22 hanno visto la luce e soltanto le Cesarine sono state promosse nel 2025 (17 i bocciati). Da Decathlon a Fabbri, da Starbucks a DM, la sensazione è quella che sia necessario avere le spalle larghe per aprire i battenti. Una percezione, però, che il Comune smentisce.

LE CATEGORIE Soddisfatte le categorie, seppur con qualche distinguo. Ascom sostiene come «l’impianto del regolamento sia corretto e rappresenti uno strumento utile per tutelare le attività già presenti», ma evidenzia «un elemento critico» proprio sulle deroghe respinte: «Alcuni di questi progetti avevano un reale valore: chiediamo maggiore collegialità nei processi decisionali». «È importnte bloccare l’apertura di nuovi pubblici esercizi in centro dando valore alle attività che ci sono già», aggiunge Loreno Rossi (Confesercenti), mentre Massimo Fontanarosa (Cna) chiosa: «Abbiamo chiesto e ottenuto l’inserimento degli antichi mestieri artigianali con cui lavoriamo a diversi progetti e su questo ringraziamo il Comune»

Francesco Moroni, Il Resto del Carlino – 11 aprile 2025

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