Report Fipe 2025
Il 2024 è stato un anno “particolare” per il sistema della ristorazione italiana, che include bar, ristoranti, pizzerie, pub, banqueting e mense e rispetto al 2019 si vede un aumento (+11,3%) del valore dei consumi ma anche una flessione dei volumi (-6%). Il valore dei consumi supera i 96 miliardi di euro con un +1,6% in termini reali sull’anno precedente, un trend influenzato anche dal rallentamento della crescita economica. Cresce anche il valore aggiunto che arriva a 59,3 miliardi dando continuità dunque al trend positivo che ha progressivamente portato prima a recuperare e poi superare il livello pre-pandemia: rispetto al 2023 c’è stata una crescita in termini reali dell’1,4%. Uno scenario a macchia di leopardo che si conclude con un saldo positivo tra le imprese che hanno migliorato il risultato economico e quelle che l’hanno peggiorato resta positivo (+26,2%) ma è parecchio inferiore al saldo di un anno prima (+34,5%). Questi i numeri chiave del Rapporto ristorazione 2025 di Fipe-Confcommercio che evidenzia come l’occupazione abbia raggiunto 1,5 milioni di addetti di cui 1,1 milioni sono lavoratori dipendenti. Rispetto al 2023 si registra un incremento di circa cinque punti percentuali mentre i lavoratori dipendenti sono cresciuti del 6,7% poco più di 70mila unità. E’ quanto emerge dal Rapporto ristorazione 2025 di Fipe-Confcommercio che mostra tuttavia come la crescita dell’occupazione non vada di pari passo all’aumento della produttività che cala di mezzo punto percentuale mentre persiste la difficoltà a reperire personale qualificato. Tra le ombre inoltre, va segnalato il calo del numero delle imprese dell’1,2% sull’anno precedente attestandosi a 328mila imprese, con una maggiore contrazione dei bar -3,3%.
Il saldo tra nuove aperture e cessazioni è negativo con la perdita di poco più di 18mila aziende, con oltre un terzo delle chiusure nel Nord Italia. Così il comparto della ristorazione in Italia alla fine del 2024 contava su 327.850 imprese con codice Ateco “servizi di ristorazione”. Rispetto l’anno precedente si registra un lieve calo, più marcato nelle Marche e nel Veneto. Il comparto “Bar” è quello che vede un calo generalizzato del numero delle imprese attive scese a 127.667 rispetto alle 132.004 del 2023. I ristoranti e le attività di ristorazione mobile sono 195.670 mentre le imprese specializzate nel banqueting, nella fornitura di pasti preparati e del catering ammontano a 3.849, un numero in crescita. Nel complesso ogni azienda in media ha 6,7 occupati ma permane la difficoltà nel reperire personale formato, in grado di fornire ai clienti un servizio di qualità.
«La ristorazione resta un settore strategico per il sistema paese e il rapporto 2025 restituisce un quadro estremamente composito sul settore della ristorazione, alle prese con un lungo recupero dei livelli pre-pandemia che, tuttavia, non sembra essersi ancora concluso» dice Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, sottolineando che il rapporto arriva in un «momento tempestoso». I dazi imposti dal presidente americano Donald Trump potrebbero infatti causare un «probabile deprezzamento del dollaro che porterà inevitabilmente a un aumento dei prezzi per i turisti americani che vogliono venire in Italia e che potrebbero ridurre la loro presenza sui nostri territori».
Tema clou di questa edizione, continua il presidente di Fipe, è il lavoro: a giugno 2024 c’è stato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro che «ha rappresentato un passaggio importante». Certo, la crisi demografica «impatta molto e va affrontata con politiche serie sulla famiglia e sulla immigrazione, per avere dagli immigrati il contributo atteso rispetto alle carenze di manodopera italiana». Infine, il «lavoro resta un tema sociale su cui agire in 3 direzione: assicurare la sicurezza contrattuale, attuare una flessibilità organizzativa anche intervenendo sui modelli di business e gli orari di lavoro e sui temi della formazione sia per gli addetti sia per le imprese».
«Il Rapporto 2025 restituisce un quadro estremamente composito sul settore della ristorazione, alle prese con un lungo recupero dei livelli pre-pandemia che, tuttavia, non sembra essersi ancora concluso – commenta Stoppani -. Le perduranti difficoltà nella ricerca di personale qualificato, nonostante la crescita complessiva degli occupati, deve far accendere un faro sulle prospettive del settore in termini di mantenimento degli elevati standard di offerta e di servizio che lo hanno sempre contraddistinto. Le leve devono essere indirizzate a rafforzare sicurezza contrattuale e stabilità economica; e riguardo al rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro ha rappresentato un passaggio importante, migliorare la flessibilità organizzativa, anche intervenendo sui modelli di business delle imprese ed investire sui fronti della formazione professionale partendo dalla scuola».
Enrico Netti, Il Sole 24 ore – 10 aprile 2025