Garisenda e sicurezza. «Servono più illuminazione e presidi contro lo spaccio»

Residenti e commercianti concordi: «Con il cantiere la situazione è precipitata. C’è bisogno di una presenza fissa delle forze dell’ordine, il Comune ci aiuti».

Questa volta è toccato alla gelateria Gianni, ma qualche mese fa era stato il turno della tabaccheria in via Zamboni. Ancora prima della profumeria all’ombra delle Due Torri. E poi di Mortadella Lab. Si potrebbe andare avanti (quasi) all’infinito, elencando le attività commerciali vittime di furti o spaccate da quando è partito il cantiere della Garisenda, che ha «isolato l’area di via San Vitale e anche un tratto di via Zamboni». Lo ribadiscono, ancora una volta, commercianti e alcuni residenti della zona interessata dai lavori in corso per il salvataggio della Grande Malata. L’ennesimo colpo ai danni della storica gelateria accende di nuovo i fari sulla mancata sicurezza che, come sostengono, è anche «provo cata dal cantiere in corso» nel cuore del centro storico. «Vediamo ormai da troppo tempo tante spaccate e tanti furti: per un periodo ne abbiamo vista quasi una al giorno – inizia Sazzad Hossain, titolare di Caffetteria Lilù –. La sera torniamo a casa preoccupati e per stare più sereno ho installato una nuova telecamera, spendendo altri soldi per sentirmi più tutelato.

Ma il Comune deve aiutarci». Anche il bistrò di via Benedetto XIV, una traversa di via San Vitale, è finito nel mirino dei ladri, ma il colpo non è andato per fortuna a buon fine: «Un mese fa circa ho trovato la serranda della caffetteria aperta a metà – rivela il titolare –. Non so se i ladri si siano fermati perché scoperti da qualcuno o perché non sono riusciti ad aprire la porta, ma hanno forzato la serranda. La situazione è allarmante». A pensarlo è anche Giampaolo Grimaldi, che con il suo parrucchiere Tratti d’autore si affaccia su via San Vitale: «La zona è sempre stata vittima del degrado, ma lo scenario si è amplificato con la chiusura della strada e con il cantiere – afferma –. Il degrado c’è di giorno e di notte, ma con il buio i problemi vengono ancor più a galla». E per limitarli «sarebbe fondamentale strutturare un progetto o un piano per tutelare e salvaguardare chi vive in questa zona – riflette ancora Grimaldi –, anche perché è chiaro a tutti che la strada non riaprirà a breve. Bisogna mettere qualcosa in campo».

Mariateresa Mastromarino, Il Resto del Carlino – 10 aprile 2025

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