No show, la posizione di Confcommercio Ascom Bologna e Fipe-Bologna

Roberto Melloni, Presidente Fipe Confcommercio Ascom Bologna: «Un tavolo vuoto è una perdita concreta. Servono regole e strumenti condivisi per tutelare il nostro lavoro»

Nei giorni scorsi sul Corriere di Bologna sono apparsi molti articoli in riferimento alla ormai consueta pratica del no show, per cui i clienti prenotano un tavolo e poi non si presentano, creando gravi danni al ristoratore. Qui di seguito una sintesi dei tre articoli comparsi mercoledì 2, giovedì 3 e venerdì 4 aprile:

Il fenomeno del no show, ovvero la mancata presentazione al ristorante dopo una prenotazione senza alcun avviso, è sempre più diffuso, soprattutto dopo il Covid. A Bologna rappresenta ormai l’8% delle prenotazioni totali, con conseguenze economiche pesanti per i ristoratori, in particolare per quelli di fascia medio-alta. Confcommercio Ascom Bologna e Fipe-Bologna evidenziano la necessità di trovare strategie comuni per tutelarsi da questo comportamento, che è spesso considerato una forma di maleducazione e mancanza di rispetto per il lavoro degli operatori del settore.

Molti ristoratori hanno iniziato ad adottare contromisure come la richiesta della carta di credito al momento della prenotazione o l’applicazione di una penale in caso di mancata disdetta. Tuttavia, il fronte resta frammentato: c’è chi opta per messaggi di promemoria, chi utilizza solo piattaforme digitali e chi lascia maggiore flessibilità in base al tipo di clientela.

Roberto Melloni, presidente di Fipe Confcommercio Ascom Bologna e socio della pizzeria Berberè, sostiene con decisione la necessità di strumenti di tutela per i ristoratori. «Nessuno si ribella se un hotel chiede una caparra o la carta di credito a garanzia della prenotazione. La procedura funziona ed è accettata anche nell’autonoleggio. La clientela deve comprendere che trovarsi all’improvviso un tavolo vuoto è un danno, soprattutto in periodi di picco su cui investiamo molto, anche con personale aggiuntivo».

Melloni suggerisce un sistema simile a quello di booking.com, con piattaforme digitali capaci di gestire prenotazioni e penali: «Non siamo ancora tecnologicamente evoluti, ma non sarebbe male iniziare a utilizzare piattaforme digitali che facciano da catalizzatore, magari lasciando la possibilità al singolo di personalizzarne l’uso». Propone inoltre una soluzione equilibrata: «La soluzione ottimale potrebbe essere consentire a ogni cliente di annullare la prenotazione entro le 24 ore precedenti senza alcuna spesa. In caso contrario, rimborsare una cifra fra i 10 e i 25 euro (a persona), in base al target del ristorante prescelto».

Cresce la consapevolezza che servano regole chiare e diffuse per far fronte a un problema che non è solo di incasso mancato, ma anche di rispetto per il lavoro e la professionalità degli imprenditori.

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