Non mancano, però, osservazioni e riflessioni. «Non è una decisione precisa, ha problemi. Crediamo che potesse essere gestita meglio»
Sono mosse dalla speranza che questa misura aiuti a rimettere in piedi la sanità pubblica regionale anche le associazioni di categoria dei farmacisti. Seppur con qualche critica nei confronti della Regione che ha introdotto il ticket sanitario. «Una misura che va a carico di un’utenza già provata dal punto di vista economico, a causa dei recenti aumenti anche in altri settori», sostiene Gian Matteo Paulin, titolare della farmacia Trento e Trieste e presidente di Federfarma Bologna. Per questo Paulin non è convinto al cento per cento della scelta di de Pascale: «Non è una decisione precisa, presenta delle problematiche e poteva essere gestita meglio. Ovviamente come Federfarma applicheremo la norma. L’augurio è che non incida sul potere d’acquisto dei farmaci da parte dei cittadini», dice Paulin. E che sia una manovra che permetta di «sistemare il bilancio sanitario della nostra Regione», conclude. In una nota della giunta è scritto che «la riforma è necessaria per fronteggiare l’aumento costante della spesa farmaceutica, prevista in crescita anche per il 2025, imputabile da un lato all’introduzione di farmaci innovativi e dunque costosi e dall’altro all’invecchiamento della popolazione». Su quest’ultimo punto non è d’accordo Michele Bortolini, presidente Confcommercio Ascomfarma Bologna: «Nel 2020 il ticket sanitario è stato tolto a causa del Covid.
Ora verrà reintrodotto per un terzo della popolazione ma non anche a causa dell’invecchiamento dei cittadini». Dal pagamento saranno esentati 1,65 milioni di cittadini, circa uno su tre, tra cui i pazienti oncologici, con patologie croniche o rare, invalidi, disoccupati e persone in situazioni di disagio economico. Sono esenti in 373mi1a per patologia cronica, in 766mi1a per condizione di disagio economico e in 200mi1a tra malati oncologici, trapiantati e affetti da malattie rare. II principale motivo per cui viene introdotta questa tassa sui medicinali è «il buco di 800 milioni di euro fatto dalla precedente giunta e lo spreco di farmaci», detta Bortolini. Anche riguardo a questo, Bortolini spiega che il ticket «potrebbe essere un deterrente per non abusare di farmaci che possono essere presi gratuitamente», per ridurre davvero lo spreco, però, il futuro è «la personalizzazione delle cure» anche nelle farmacie. La medicina personalizzata prevede un approccio globale alla prevenzione, alla diagnosi, alla cura e al monitoraggio delle malattie basato sulle caratteristiche, genetiche e non solo, di una persona. Ed è in questo modo che si potrà sia «allargare la platea di cittadini esenti dal ticket, sia ridurre lo spreco sanitario». Potenziare questa realtà, secondo Bortolini, «è la soluzione più efficace ai problemi che presenta il sistema sanitario regionale». n questo modello medico, infatti, i test diagnostici sono essenziali per la selezione appropriata delle terapie. Per Bortolini, a Bologna si sta già valutando questo tipo di terapia. Intanto il ticket partirà a maggio per i cittadini assistiti nel territorio: sono 2,20 euro a confezione di medicinale, fino a un massimo di quattro euro per ricetta.
Giovanni di Caprio, Il Resto del Carlino – 27 marzo 2025