Acclamazione, 94o/o dei consensi. «Merito della scuola Dc»
Venticinque minuti di discorso programmatico e 19 anni di mandato alle spalle sono bastati a Carlo Sangalli, ieri, per ottenere la quinta conferma alla presidenza di Confcommercio. Ancora un’altra elezione per acclamazione, questa volta su proposta del presidente dei Giovani, Matteo Musacci, accolta unanimemente dai 167 soci con diritto di voto presenti a Roma (pari al 9496 del totale). Sangalli, lombardo di Porlezza, mette così sulle proprie spalle, alla soglia degli 88 anni, la sfida di un altro lustro alla guida dei 700 mila associati che gli rinnovano la fiducia ormai dal 2006. «Di momenti elettorali, nel tempo, qualcuno ne ho affrontato – ha esordito ieri tra le boiserie della sala Orlando, stipata oltre ogni limite-. Vi confesso però che questa mattina mi sento un po’ strano, forse un po’ agitato, per dirla con Battisti, “tu chiamale se vuoi emozioni”».
Il presidente ha rivelato di essersi chiesto a lungo se ricandidarsi. «La risposta me l’avete data voi- ha etto, rivolto ai presenti – quando sono cominciate ad arrivare decine di lettere di sostegno. Quasi l’80-% dei voti assembleari hanno alla fine sostenuto la mia candidatura». Una blindatura, quella che ha consentito a Sangalli di succedere di nuovo a se stesso, garantita da uno stile, nella conduzione della confederazione, “democristiano”. «Non so se si può ancora dire – tentenna Sangalli, a margine dell’elezione ma è la verità: ho molto imparato facendo politica nella vecchia Dc». Un’esperienza da deputato durata dal 1968 al 1994, culminata nel sottosegretariato nel terzo governo Andreotti. E se si chiede a qualcuno degli associati in che cosa consista questo stile Dc, al riparo dell’anonimato, qualcuno spiega: «Grandissima capacità di trasmettere la forza della leadership e oculata gestione del potere». Mentre, se si insiste a domandare chi, tra cinque anni, potrà succedere a Sangalli, si ottengono solo mezze risposte, come se il leader non avesse volutamente ancora indicato una linea di successione certa. Regola di prudenza da rispettare se non si vogliono alimentare competizioni interne che ovviamente esistono e che in altri tempi sono esplose anche in maniera drammatica, ma che ora restano sotto il pelo dell’acqua.
Il 29 aprile prossimo Confcommercio celebrerà 80 anni e lo slogan sarà “Ricordare il futuro”. Che, secondo il presidente, significa, tra l’altro, «assumersi la responsabilità di condividere il cammino, senza cadere nell’illusione di un uomo solo al comando». Poi tra una citazione di Churchill e una di Dickens, Sangalli traccia alcune linee programmatiche: «Regolamentare l’intelligenza artificiale, rilanciare i consumi, contrastare il caro-energia, combattere la desertificazione commerciale ». Tanto da fare, ma il neopresidente è sicuro di tenere botta in virtù di una “grazia di stato” che lo sorregge. Malgrado l’età. «Ma su quello – ribatte scherzando – c’è un errore all’anagrafe …Corriere della Sera, 13 marzo 2025
Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio Imprese per l’ Italia