Terzo settore,un tesoro da valorizzare

Welfare e nuove tasse

Faccio una premessa: sono orgogliosa di essere europea. Lo dico con convinzione, perché sono sempre stata attenta a tutto ciò che i nostri nonni e i nostri padri ci hanno lasciato dopo la Seconda Guerra Mondiale: welfare, ricchezza, insegnamenti, ma soprattutto, valori. Adesso mi chiedo cosa lascio io, e qual è il mio dovere nei confronti di mio figlio e di tutti i ragazzi d’Europa. Tocca a me e alla mia generazione preservare questo grande patrimonio. Mi sono messa prima degli altri, non per superbia o egocentrismo, ma, al contrario, perché sento forte l’obbligo morale e la responsabilità in capo ad ognuno di noi. E allora, tanto si è letto, in questi giorni sulle sfide che ci troviamo ad affrontare e sulle minacce che, più o meno, velatamente, ci vengono lanciate. Ho avuto la fortuna di
potermi occupare da oltre 25 anni dei più deboli attraverso l’Ant, fondata appunto da mio padre nel 1978, ma anche di case popolari della mia città metropolitana. Dalle scelte che farà l’Europa, dipenderà anche la sopravvivenza del nostro stato sociale, così come i nostri genitori ci hanno dato modo di costruirlo, mettendoci risorse, idee e innovazione. Ma adesso, la sfida, ineludibile, della difesa comune, lo sviluppo dell’economia, minacciata dai dazi, con molta probabilità eroderà la nostra capacità di destinare fondi al welfare e alle fasce più bisognose della nostra società. E lo abbiamo ben visto dall’aumento incontrollato delle tasse che ci sono stati in questi giorni e che ci saranno in avvenire. Forse questa non è l’unica risposta che si può dare, ma, a mio parere, bisogna avere il coraggio di cercare modelli di sviluppo alternativi, basandosi sull’assunto che pubblico, terzo settore, aziende, debbono collaborare insieme e che i tre temi, ambiente, sociale e governance sono
strettamente interconnessi e non ci può essere un approccio ai problemi climatici, senza una pace sociale. I nostri amministratori debbono ripensare ai rapporti con il terzo settore affinché possa diventare sempre più un asset strategico del welfare perché, inevitabilmente e giustamente, risorse
pubbliche verranno destinate alla difesa e ai correttivi economici. La Fondazione Ant è ed è stata un laboratorio di idee significativo per disegnare la sanità del domani: importanti coraggiose e spesso scomode.
*Presidente Fondazione Ant, Il resto del Carlino – 19 febbraio 2025

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