Enrico Postacchini, presidente di Confcommercio Emilia-Romagna, manifesta “grande preoccupazione per l’impatto che le misure proposte potranno avere”. Sindacati, associazioni e opposizione contro: “Bypassato ogni confronto”
Su una cosa si sono trovati tutti d’accordo: il mancato confronto preventivo sui termini della manovra regionale illustrati alla stampa ha irritato tutti, dai sindacati, alle associazioni fino, ovviamente, all’opposizione. Una scelta, quella di de Pascale e della sua squadra, che «dimostra il modus operandi di questa giunta», è l’analisi della sua principale avversaria alla presidenza dell’Emilia-Romagna, Elena Ugolini di Rete civica. «Prima di aumentare le tasse – secondo Ugolini – occorrerebbe capire come vengono spesi i soldi della fiscalità generale. Il problema più grande lo abbiamo in sanità: perché la Regione Veneto, pur con il nostro stesso numero di abitanti e con livelli di servizio analoghi ai nostri, non è andata in passivo, risultato impossibile per noi?». Non basta la difesa degli alleati del M5s in Regione, secondo i quali la giunta «si è trovata costretta a compensare tagli insostenibili imposti dal governo Meloni, che ha ridotto le risorse destinate alla sanità pubblica e al welfare»: il malumore imperversa anche fuori dall’aula. Enrico Postacchini, presidente di Confcommercio Emilia-Romagna, manifesta «grande preoccupazione per l’impatto che le misure proposte potranno avere soprattutto su una classe ‘media’ già pesantemente provata da inflazione, caro bollette ed in molti territori dagli eventi alluvionali, con conseguente rilevante calo dei consumi interni». Per Cgil, Cisl e Uil regionali, invece, occorreranno approfondimenti «tecnici e politici» e avvertono: «Per noi è fondamentale preservare i principi di equità e progressività del sistema avendo cura che i costi e gli investimenti non gravino sulle tasche di lavoratori e pensionati che già sostengono oltre l’80% della fiscalità generale e faticano ad arrivare a fine mese. I soldi vanno presi prima di tutto dal le tasche di chi ne ha di più».
Dall’opposizione in viale Aldo Moro è un fuoco incrociato sulla manovra. Per il consigliere regionale melonianio Giancarlo Tagliaferri «è chiaro che nelle casse regionali non c’è più neanche il becco di un quattrino» e da Roma non manca l’affondo del capogruppo alla Camera di Fd’I, Galeazzo Bignami: «I nodi vengono al pettine. Una gestione che non era connotata da efficacia ed efficienza è emersa».
Bocciatura su tutta la linea, infine, anche per i forzisti Pietro Vignali e Valentina Castaldini, per i quali «l’aumento così netto delle tasse regionali è la Caporetto di un sistema che la sinistra è incapace di riformare».Marco Principini, Il Resto del Carlino – 15 febbraio 2025
