I titolari dei locali del centro storico sono sorpresi e amareggiati. «Stiamo vivendo una desertificazione della città, i rincari sono troppo alti». Ascom boccia gli aumenti: «Il Comune deve tutelare aziende e lavoratori». «Idea negativa in questo periodo di difficoltà»
«È un momento delicato, tra la città paralizzata dai lavori e il calo della clientela. Questo aumento ci penalizza ancora di più». La maggior parte dei titolari dei pubblici esercizi del centro storico, che dal primo aprile vedranno scattare l’incremento delle tariffe per i dehors nelle aree pedonali fino al 30%, fa spallucce e preferisce non parlare. Chi ha ancora voglia di esporsi, invece, ha l’aria rassegnata, quella di chi non si sente «né compreso né tutelato». La notizia della crescita dei costi per chi occupa il suolo pubblico con la propria attività è l’ultimo campanello di allarme in un quadro critico e difficile, con le Due Torri circondate dai cantieri e dall’utenza che ha capacità di spesa sempre più ridotta. «Stiamo vivendo una desertificazione del centro storico, che si è svuotato, registrando, rispetto all’anno scorso, una diminuzione del 40% di clientela – inizia Luigi Morabito di Roberto Bistrot –. L’aumento dovrebbe essere allineato con il periodo e lo scenario della città. Stiamo vivendo un momento particolare: l’aumento ci può anche stare, ma arriva senza avvertimenti da parte dell’amministrazione ed è troppo alto». Per chi passerà da una tariffa giornaliera al metro quadro di 0,74 euro a 0,96, l’aumento «è spropositato – sostiene Elena Esposito della Buca di San Petronio –. La città è un cantiere a cielo aperto e questo ci reca un grosso disagio: i clienti fanno fatica a raggiungerci, le persone non vengono più in centro e il turismo è bloccato. Il calo? Circa del 30/40%.
E questo aumento pesa su di noi, che paghiamo affitto e dipendenti». Sul calo di flusso e presenze, inevitabilmente, «incide la viabilità interrotta, a cui si aggiunge ora l’aumento del biglietto dell’autobus – dice Michela Resca del Caffè degli Orefici –. La nostra è una posizione favorevole e un’attività sana, ma chi ha fatto degli investimenti o ha appena aperto è in seria difficoltà Questa notizia arriva in un periodo delicato». Esenti dall’aumento le realtà commerciali colpite dai cantieri. Per chi si è appena liberato dai lavori, però, questa è un’amara sorpresa: «Insomma, abbiamo appena ripreso a respirare e già recupereremo quello che abbiamo risparmiato con l’esenzione – afferma Alessandro Bastia, di Hangout food and drink –. Prima l’amministrazione fa un gesto nei nostri confronti, poi rincara la dose, dimostrando di non essere al fianco delle attività». Attività che incassano meno e che dovranno affrontare la stangata, che non «vogliamo ricada sui clienti – dice Franco Zanca di Green Bar di via Monte Grappa –. Aumentare i prezzi è un controsenso, visto che la gente fa fatica ad arrivare a fine mese. Non vogliamo modificare il listino prezzi, ma lavorare di meno per colpa di fattori esterni è inaccettabile».
D’altro canto, però, le alternati ve sono solamente due per affrontare l’aumento: «O si fa pagare ai clienti o si stringe la cinghia, che abbiamo già dovuto stringere molto – confessa Oscar Passarini di Alice da Oscar –. Cercherò di mantenere invariati i prezzi, ma bisognerà trovare il modo di recuperare» le conseguenze del plus dei dehors, che per il ristorante di via d’Azeglio si aggira intorno al 15%. L’arrivo dei rincari lede a chi, quotidianamente, si prende cura non solo del proprio ‘giardino’, ma anche del territorio: «Ci vorrebbe un regolamento più consono e rigoroso su chi ha i dehors stagionali e temporanei – conclude Alessio Ciaffi del Bar Principe –. Chi investe tutto l’anno, sostenendo costi annuali, dovrebbe ricevere un trattamento diverso, perché con la sua azione presidia il territorio con pulizia, illuminazione e controllo, svolgendo un buon lavoro, serio e onesto, in maniera continuativa».
Ascom boccia gli aumenti «Il Comune deve tutelare aziende e lavoratori». «Idea negativa in questo periodo di difficoltà»
«Una scelta sbagliata a danno Dure le reazioni delle associazioni di categoria alla scelta del Comune di aumentare le tariffe per i dehors, in vigore dal prossimo primo aprile, soprattutto prendendo in considerazione «questa fase storica», così complessa e difficoltosa per le attività commerciali fuori e dentro le mura. Una «scelta sbagliata che danneggia i pubblici esercizi, già fortemente penalizzati dai lavori del tram e dagli altri cantieri in città», tuona Roberto Melloni, presidente della Federazione italiana dei pubblici esercizi Confcommercio Ascom, che non si limita a commentare la notizia, ma fa anche un quadro completo sullo scenario che sta coinvolgendo le Due Torri, considerando inevitabilmente anche il previsto incremento sui biglietti dell’autobus e l’aumento della sosta per le auto sulle strisce blu. Tutti provvedimenti che «scoraggiano le persone a muoversi in città o a recarsi in centro – sostiene il presidente Fipe –, perché non solo diventa ancora più caro parcheggiare l’auto, ma anche il mezzo pubblico non è un’alternativa valida» se si metteranno effettivamente in campo i rincari annunciati. Un quadro che «impatterà anche sull’occupazione e che rischia di avere conseguenze che vanno oltre il futuro dei pubblici esercizi – conclude Melloni –. Il Comune apra un tavolo per dialogare davvero e concretamente con le associazioni di categoria per trovare una soluzione a questi aumenti e tutelare le imprese e anche i lavoratori».
Mariateresa Mastromarino, Il Resto del Carlino -14 febbraio 2025