Seggiovia, respinto anche l’ultimo ricorso

Via libera definitivo al nuovo impianto del Corno alle Scale: il Consiglio di Stato ha bocciato le motivazioni degli ambientalisti

La partita è chiusa. E’ stato respinto anche dal Consiglio di Stato il ricorso contro la nuova seggiovia al Corno alle Scale. Italia Nostra, i livelli emiliano-romagnoli di Cai, Associazione Ornitologi, Mountain Wilderness, Trekking Italia, e Wwf di Bologna avevano impugnato la sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna contestando almeno otto punti per i quali secondo loro andava stoppato il nuovo impianto. Ma la quarta sezione del Consiglio di Stato ha deciso che l’appello degli ambientalisti «deve essere respinto». La sentenza, pubblicata oggi e di 22 pagine, ripercorre uno per
uno i motivi di opposizione alla nuova seggiovia quadriposto in sostituzione di quella ad ammorsamento fisso Direttissima e della sciovia Cupolino. Dopo il giudizio del Tar a loro sfavorevole, i firmatari del ricorso al Consiglio di Stato non avevano nascosto di attendere «con fiducia» il responso dei giudici di Roma. Invece, arriva un altro ok a un progetto che presenta un tracciato
lungo 996,15 metri rispetto ai 919 dell’attuale Direttissima e ai 645 della Cupolino, che verranno demolite, con la previsione di arrivo in quota ad un’altitudine di 1.782 metri, nonché la realizzazione di una nuova stazione intermedia a doppio ingresso e l’eliminazione di un’area boschi va di 1.356 metri quadri. Cambierà anche la stazione a valle, che nel progetto è a 1.487 metri rispetto ai 1.460 attuali. Veniva quindi contestato che il nuovo impianto non fosse un ammodernamento di quelli attuali perché più lungo di 250 metri e per i cambiamenti delle stazioni che porteranno a raggiungere una quota prima non raggiungibile nei pressi del Lago Scaffaiolo.

La nuova seggiovia proposta al Corno alle Scale è, in sostanza, più estesa e porta più in alto «una massa di persone che prima non potevano arrivarci con questo mezzo», come si legge nelle carte del ricorso. L’opposizione al Consiglio di stato chiamava in causa anche aspetti normativi, di tutela e rispetto ambientale e l’impatto del progetto in termini di presenze di persone: 1.800 all’ora dove prima non ne arrivava nessuna. Al Consiglio di Stato si sono costituiti, per opporsi al secondo round del contenzioso giudiziario, sia la Regione che il Comune di Lizzano. Metà delle 22 pagine della sentenza è quindi dedicata a controdedurre le ragioni degli ambientalisti fino appunto a concludere che «il Consiglio di Stato, definitivamente pronunciando sull’appello, lo respinge». Solo domenica scorsa, nell’ambito della mobilitazione diffusa «La montagna non si arrende» era stata indetta una manifestazione di Ape (Associazioni proletari escursionisti) Bologna sotto lo slogan “Al Corno senza (r)impianti” proprio contro la nuova seggiovia.

Il Resto del Carlino, 13 febbraio 2025

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