Addio a Play Sport. «II Covid e poi i cantieri Costretti a chiudere»

«II nostro negozio chiude le sue porte per sempre». Così Play Sport Emporio, storica attività di abbigliamento di piazza Azzarita, saluta la clientela e la città dopo 55 anni di storia. Più di mezzo secolo di lavoro, portato avanti dalla famiglia Spadoni, che ora si conclude. I motivi? Diversi, come racconta Luca Spadoni, al timone della realtà a conduzione familiare. «Negli ultimi anni le cose sono molto cambiate – inizia -. II colpo più grosso è stato sicuramente il Covid: da quelle chiusure non ci siamo più ripresi completamente». A corredo, cantieri e lavori del tram, che sono stati «la goccia che ha fatto traboccare il vaso – sottolinea il titolare -. Non sono la causa della chiusura, ma costituiscono l’ultimo fattore». In particolare, «l’ultimo anno è stato difficile tra il taglio dei posti auto e la viabilità deviata – elenca -. Ci sono molto problemi legati alla circolazione: molti clienti si trovano in grande difficoltà nel raggiungerci, in particolare quelli che arrivano dalla periferia e non sono abituati a girare in centro». Nonostante le difficoltà, «abbiamo comunque lavorato, ma non è bastato – racconta Spadoni -. Da un lato i costi galoppano, dall’altro bisogna sgomitare sempre di più. È stata durissima, ma abbiamo deciso. I clienti? Sbalorditi e dispiaciuti». II dolore più grande è quello della proprietà che, spegnendo i riflettori, lascia anche una decina di dipendenti a casa, aiutandoli a cercare un nuovo collocamento. II negozio fino al 12 aprile propone saldi e sconti fino al 70% per liquidazione totale. «Ci abbiamo messo il cuore – racconta Spadoni commosso -. È un pezzo di vita che si chiude. Abbiamo scritto una lettera a Bologna: abbiamo visto tante generazioni passare da qui, bambini diventare grandi e genitori. Abbiamo vissuto il ciclo della vita». Se questo sia un addio definitivo o temporaneo, solo il tempo lo definirà. «Per il momento chiudiamo. Ma valuteremo». E sui locali, «ci sono delle trattative in corso, ma ancora nulla di concreto». Come Play Sport, nato nel 1970 in via Barberia sotto la guida del patron Rino Spadoni, scomparso tre mesi fa, e dal 1981 al lato del PalaDozza, sono diverse le attività storiche che hanno chiuso sotto le Torri. «E ce ne saranno altre – esclama Spadoni -. Speriamo che le cose possano migliorare per la stessa città». Un momento difficile in cui «dobbiamo essere uniti e collaborare con chi ha bisogno di aiuto, non solo a livello economico, ma anche per avere un supporto su come gestire le vendite e la viabilità – sottolinea il presidente di Federmoda Confcommercio Ascom, Marco Cremonini –. Fare i lavori per innovare la città è importante, ma si sarebbero dovuti organizzare degli aiuti a fondo perduto per i commercianti, che generano e danno lavoro a tante persone. Ringrazio Luca Spadoni per aver sempre lavorato per la Federazione, dedicandosi a noi e a Bologna». All’attacco l’opposizione: «Serve un cambio di passo o questa sarà l’ennesima chiusura – tuona il capogruppo della Lega, Matteo Di Benedetto -. Prima il Covid e poi il tram: su quest’ultimo le conseguenze erano prevedibili. Il centro si impoverisce di negozi e tante famiglie rimangono a casa», sostiene il consigliere del Carroccio Giulio Venturi. Per Samuela Quercioli (Bologna ci Piace), «le misure messe in campo dall’amministrazione non sono sufficienti né adeguate. La giunta agisca per sostenere il commercio di prossimità».

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