Nel 2024 le imprese hanno registrato, rispetto al 2019, bollette in crescita fino all’80% per il gas e al 52% per l’elettricità . Servono politiche e interventi per sostenere le imprese”.
L’inizio del 2025 conferma ma alcuni segnali positivi, seppur deboli, emersi alla fine dello scorso anno: la fiducia di famiglie e imprese, in crescita a gennaio; la tenuta dell’occupazione, con un incremento dei contratti a tempo indeterminato utilizzati oggi dal 67,2% del totale degli occupati; un inflazione ormai ampiamente sotto controllo ed anche qualche sporadico segnale positivo sul versante dei saldi invernali. Ci sono, dunque, le premesse per attenderci, nel primo trimestre del 2025, una moderata ma significativa ripresa dei consumi delle famiglie. Il quadro congiunturale rimane, però, ancora incerto e contraddittorio. Le ultime stime del Pil – con una variazione nulla nel quarto trimestre del 2024 rispetto al previsto +0,4% – evidenziano che la ripresa è ancora tutta da costruire. Insomma, senza nuovi impulsi favorevoli, sarà difficile raggiungere l’obiettivo dell’1% di crescita per l’anno in corso. Così, dopo le buone scelte in materia di riduzione del cuneo fiscale della Legge di bilancio per quest’anno, occorre cogliere l’obiettivo di abbassare la seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% e innalzare il corrispondente scaglione di reddito da 50mila a 60mila euro. Sul fronte energetico i rincari stanno penalizzando pesantemente il sistema imprenditoriale del terziario di mercato. Nel 2024 le imprese hanno registrato, rispetto al 2019, bollette in crescita fino all’80% per il gas e al 52% per l’elettricità . Servono politiche e interventi per sostenere le imprese e la competitività del Paese. Penso, in particolare, all’introduzione di un tetto al prezzo del gas e alla previsione di un meccanismo che sganci la formazione dei prezzi dell’energia elettrica da quelli del gas. È, inoltre, indispensabile una revisione degli oneri generali di sistema che arrivano ad incidere per oltre un quarto sulla bolletta elettrica delle imprese del terziario. Il tutto senza tralasciare tanto l’impulso alle fonti di energia rinnovabile ed al risparmio energetico, quanto la prospettiva del nucleare sostenibile di ultima generazione. Un’altra questione cruciale è l’accesso al credito per le piccole e medie imprese. Dal 2011, infatti, il credito alle imprese con meno di 20 addetti è diminuito del 41,5% e solo nell’ultimo anno ha subito un calo dell’8,5%. Occorre incidere su alcuni punti chiave come la rimodulazione delle coperture del Fondo di Garanzia e il rafforzamento dei consorzi fidi. E, come ha evidenziato negli scorsi giorni il Presidente dell’ARI, Antonio Patuelli, è necessaria una revisione della regolamentazione europea in materia creditizia per evitare che le imprese siano penalizzate da criteri troppo rigidi. A questo proposito, la nuova riduzione dei tassi di riferimento da parte della Bce va certamente accolta con favore, ma un taglio di 50 punti base sarebbe stato preferibile: l’accelerazione verso una politica monetaria meno restrittiva è di particolare importanza per stimolare consumi e investimenti. Perla competitività del sistema Paese, è, inoltre, cruciale l’efficienza delle infrastrutture. Va risolta la questione dei divieti austriaci al Brennero, bisogna ripristinare il tunnel del Frejus e serve valutare una seconda galleria per il Monte Bianco. Anche il settore marittimo deve essere sostenuto perché l’economia del mare rappresenta un opportunità strategica che va valorizzata. Quanto al turismo, il settore continua a essere un pilastro per l’economia italiana, con esportazioni di servizi turistici che nel 2023 hanno superato i 50 miliardi di euro, e la cui crescita va consolidata con politiche mirate. Questo significa; gestione dei flussi turistici, destagionalizzazione, digitalizzazione dell’offerta e maggiore attenzione alla sostenibilità per preservare il patrimonio storico e paesaggistico del Paese. Infrastrutture, turismo e piani di rigenerazione urbana che assumano come centrale la questione del contrasto dei processi di desertificazione commerciale: sono opportunità di investimento, crescita ed occupazione che vanno colte anche mettendo a frutto le risorse europee, a partire da quelle del PNRR e della politica di coesione”.
Il Gazzettino, 5 febbraio 2025