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Le ferite dell’alluvione. «Sudore, fatica e paura. Le istituzioni ora ci aiutino»

Molti residenti di via Andrea Costa e dintorni sono ancora scossi da ottobre. Intanto si cerca di ripartire e si contano i danni: «Già a maggio del 2023 il Ravone aveva spaventato via Saffi

Sono passati poco più di 100 giorni dall’alluvione che ha sconvolto la città. E alcuni cittadini affermano di «essere andati avanti», altri, invece, che per loro «non c’è aiuto». Uno dei locali più colpiti durante la serata del 19 ottobre è stata la ‘Bottega delle cose buone’, in via Andrea Costa. Entrando nel locale, sulla sinistra, la prima cosa che colpisce è la presenza di una lavagna, dove sono segnate con il gesso le firme di ognuno dei ragazzi volontari che hanno aiutato a ripristinare la situazione in quei momenti di paura. Già il 20 ottobre, infatti, il quartiere si è radunato per farsi forza. Nonostante molta gente fosse ancora sotto choc, ha prevalso il senso di solidarietà, la voglia di aiutare qualcuno o di cercare conforto. Dietro al bancone c’è Gianni Tralli. Il fornaio racconta di quando, poco dopo il disastro, un papà ha esortato suo figlio a osservare la panetteria, «così da vedere dietro le vetrine i volti di ‘quelli che hanno perso tutto’», come se fosse uno spettacolo. «Il ‘signor Ravone’», come Tralli chiama il fiume, «ha colpito in maniera simile ai fatti in via Saffi nel 2023. Perché, allora, non si è agito tempestivamente? Sono ancora tanti i disagi per i più fragili, per i condomini o gli abitanti di queste vie».

Il negozio ha riaperto intorno a metà dicembre dopo «due mesi di ferie forzate, passati cercando di tornare a come eravamo una volta». Inoltre, il fornaio non è soddisfatto degli esiti dell’incontro istituzionale al cinema Bellinzona del 20 gennaio: «La riunione con il Comune – racconta – è stata una grande delusione, ci aspettiamo che tutelino i bolognesi nel modo corretto». Accanto a Tralli anche Giulia Cesari. «Noi ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo chiesto dei finanziamenti, tutto con le nostre forze e i nostri risparmi. Dal Comune ancora non è arrivato un centesimo – afferma –. Occorrono dei lavori urgenti. Tra poco arriva la primavera, speriamo che non riaccada nulla di simile, sarebbe ancora più traumatico». Poco distante, un altro esercizio colpito in modo importante dal torrente è il ‘bar Venezia’. Qui, un operaio, entrando all’interno del locale, ha intonato un piccolo coro: «Il Ravone paura non ne fa». Un modo per farsi forza, «perché l’ansia, la paura e il timore che possa ricapitare un disastro di tale portata ci sono e ci saranno per un bel po’ di tempo», afferma Simona Cattani, titolare dell’attività. «Il Comune? Ha promesso alcuni lavori entro marzo, voglio essere ottimista e sono sicura che li faranno al meglio delle loro possibilità», dice.

Una ripartenza ‘a diesel’. «Sono tre mesi che lavoriamo ma è come se fossimo chiusi – sottolinea Barbara Focci di ‘Mix abbigliamento’ –. Il ricordo di quanto accaduto a ottobre è ancora nitido nella mente dei cittadini che hanno vissuto quella notte». Tanti «ancora convivono con la paura e a ogni pioggia prendono tutte le precauzioni possibili», racconta. Rosanna Miscio di ‘Elsa Mercerie’, invece, «in quelle ore concitate» ha scelto di «restare aperta per dare un messaggio di speranza e positività. Nella zona sono diversi coloro che non hanno più una casa o un’auto. La perdita non è solo economica, è anche morale». Dello stesso avviso è Cristina Pavani di ‘Al Faro’: «Nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere via Andrea Costa diventare un fiume. La cosa che più mi ha colpito quella notte è che alcuni bus e auto continuavano a percorrere la carreggiata nonostante l’allerta rossa». Una violenza inaudita che non ha lasciato scampo neanche a Gabriele Pinelli di ‘Bruni Pneumatici’: «Oltre due metri d’acqua dentro al negozio e quasi 40mila euro di danni. Ho dovuto buttare circa 400 gomme, due compressori e vari documenti. Dalle istituzioni mi aspetto azioni definitive che ci permettano di vivere in serenità. Non può riaccadere per la terza volta in due anni»

Giovanni di Caprio, Il Resto del Carlino – 4 febbraio 2025

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