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La merceria di Decima festeggia 75 anni

Il Comune premia Maria Teresa Forni, figlia della fondatrice Liliana Bongiovanni, che nel 1949 aprì la storica attività di via Cento

Un traguardo straordinario: 75 anni di attività. Li ha festeggiati nello scorso dicembre la merceria di Maria Teresa Forni in via Cento a San Matteo della Decima. E per festeggiare il ragguardevole traguardo nei giorni scorsi il sindaco Lorenzo Pellegatti si è recato nel negozio a consegnare una pergamena di felicitazioni da parte dell’amministrazione comunale alla commerciante (nella foto), baluardo di quel commercio di vicinato che rappresenta l’anima di una comunità. «L’attività l’aprì nel 1949, sempre in questo edificio dove sono ora, mia mamma Liliana Bongiovanni – racconta Forni, circondata da una miriade di scatole contenenti la merce in vendita –. E lei è stata dietro al bancone
fino agli anni Ottanta, quando subentrai io in negozio». La signora Forni non ha mai mancato un giorno di lavoro e ha continuato l’attività anche quando ebbe qualche problema di salute con l’aiuto della figlia Carlotta. E poi c’è anche la nipote Sofia, che si sta interessando al lavoro della nonna. I suoi clienti descrivono la signora Forni come una commerciante che gestisce il negozio con garbo e delicatezza ed è benvoluta da tanti in paese. Tanto che a Decima c’è il detto che recita: «Cerchi qualcosa?

Vai dalla Teresa, lei ce l’ha». La signora non si limita a condurre solamente la sua attività, ma è una commerciante molto attiva perché non manca mai la sua collaborazione con gli altri commercianti e con la Pro loco nelle varie iniziative di promozione del territorio. Ed è sempre attenta alle problematiche dei negozi di vicinato. Per quanto riguarda la merceria, il suo punto di forza è la vendita delle calze ma tratta anche intimo, pigiami, maglie ed accessori. «Ricordo – continua la commerciante sfogliando l’album dei ricordi – quando in negozio, all’inizio quando subentrai a mia mamma, mi capitò di servire alcune signore che mi chiedevo un indumento, ma lo chiamavano in diletto bolognese. Ed io non capivo quella parola. Poi ci arrivai, era la sottoveste che loro chiamavano in dialetto con la parola ‘disimpegno’. Ma fu davvero un fatto singolare accaduto in negozio. Mi piace infine ricordare la bella lettera che mi ha scritto mia figlia in occasione del 75° anno di attività. Parole che mi hanno fatto profondamente commuovere».

Pier Luigi Trombetta, Il Resto del Carlino – 21 gennaio 2025

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