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Mela rosa romana, una bellezza da copertina

L’associazione promotrice lancia il calendario dedicato al frutto antico e punta a far crescere l’interesse per questa delizia dell’Appennino

Nell’Appennino bolognese, le specialità culinarie non mancano. Tra quelle ancora relativamente meno popolari, c’è la mela rosa romana, utilizzata in diverse ricette dolci e salate, oltre che nella produzione di cosmetici. Bella rotonda, profumata e di colore giallo-rosa, questa prelibatezza è, secondo il professore emerito di frutticoltura all’Università di Bologna Silviero Sansavini, «una perla di biodiversità genetico-territoriale della montagna, ideale per gli obiettivi della transizione ecologica dell’agricoltura». Però, per il maestro giardiniere Carlo Pagani, «rimane ancora troppo poco diffusa».

Per celebrarne le qualità gastronomiche e ambientali, l’associazione ‘Mela rosa romana’ presieduta da Dario Mingarelli ha presentato il nuovo calendario dedicato a questo prodotto. Lo scopo è sopratutto di «divulgare la conoscenza e promuovere la riscoperta di questo frutto antichissimo caratteristico dell’Appennino bolognese». Da anni, Mingarelli si impegna a far «conoscere la ricchezza del patrimonio dei frutti antichi che cuochi, agricoltori e ricercatori stanno riscoprendo insieme».

Arrivata sulle montagne dell’Emilia Romagna quando Roma dominava il bacino mediterraneo, questa varietà di mela rosa «ha ancora il genoma antico, ed è la mela dei legionari», sorride Mingarelli. A causa dello spopolamento rurale rischiava di scomparire. Ma, grazie al lavoro dell’associazione, in collaborazione con Confcommercio Ascom Bologna, le piantumazioni di alberi si sono moltiplicate, come nella fattoria di quasi 100 ettari di Aldo Zivieri. «Questo percorso, che rende omaggio al passato, rappresenta una grande visione di futuro perché il nostro Appennino ha grandi potenzialità e possibilità che dobbiamo valorizzare», ricorda Zivieri, che nel suo progetto è stato sostenuto anche da Emil Banca.

In effetti, per i difensori della mela rosa romana, questo frutto «contribuisce concretamente allo sviluppo della montagna bolognese», assicura Giancarlo Tonelli, direttore generale di Confcommercio Ascom, che suggerisce anche ai comuni di tutta la regione di piantare alberi di mela rosa romana nei parchi pubblici, per rendere più visibile il frutto.

Arthur Duquesne, Il Resto del Carlino -17 gennaio 2025

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