Il ponte perde pezzi, statale chiusa. Oggi il verdetto dei tecnici Anas. Il crollo su una fiancata dell’infrastruttura all’altezza di Sant’Antonio, tra Sabbioni e il capoluogo
Loiano. Viabilità in tilt nel pomeriggio di ieri, in territorio di Loiano per il crollo di parte di un ponte sulla statale 65 della Futa. Era quasi l’imbrunire tra la frazione di Sabbioni e il centro del paese di Loiano quando, al chilometro 75, dove sorge il ponte di Sant’Antonio, un tonfo sordo ha annunciato la nuova emergenza. Parte della struttura del ponte, infatti, nella campata principale, si è letteralmente sgretolata, riversandosi nel greto di sterpaglie sottostante. Immediato l’allarme alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco, vista anche la notevole percorrenza che ha, tutti i giorni, la ss65. Sul posto sono sopraggiunti i carabinieri di Monghidoro e, con loro, due equipaggi dei vigili del fuoco.
Immediata la chiusura della strada, in entrambi i sensi di marcia. Il primo sopralluogo, alla presenza anche del sindaco di Loiano, Roberto Serafini è andato avanti per ore. «Non è chiaro cosa abbia causato questo distacco dalla struttura del ponte ha dichiarato il primo cittadino preoccupato. Quel che è certo è che, a fianco al punto del crollo, c’è un importante rigonfiamento, nella parete stessa della campata che andrà attentamente analizzato. Le ipotesi al momento sono due: la prima è che a causare questo deterioramento sia stata dell’acqua, che potrebbe anche celarsi sotto la fitta vegetazione nei pressi del ponte o in un canale sotterraneo; la seconda è che all’origine di questo crollo e dell’ammaloramento della struttura vi siano le vibrazioni del traffico. L’ente di competenza, ovvero quello proprietario della strada, è l’Anas, che abbiamo prontamente contattato».
I tecnici dell’ente si recheranno questa mattina sul posto a compiere un sopralluogo più approfondito. «Solo allora ne sapremo di più e potremo prendere decisioni più a lungo termine, per la sicurezza di tutti, conclude Serafini. Al momento e fino a nuovo ordine la strada, al chilometro 75, rimane chiusa al traffico». Nel frattempo il traffico è deviato sull’unica alternativa percorribile per ricollegarsi al paese, la via Napoleonica: stretta e a tratti impervia, ma asfaltata. Grande la preoccupa-zione tra i residenti della zona: «Non c’è pace. Manca la manutenzione. Poco tempo fa avvenne lo stesso genere di crollo nell’altro ponte, due chilometri più avanti. La strada venne chiusa per ben sei mesi»
Zoe Pederzini, Il Resto del Carlino – 23 dicembre 2024