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Frutta di stagione e meno zucchero. “Così il nostro gelato piace a tutto il mondo”

 Nata in un momento di difficoltà, oggi la Sorbetteria Castiglione festeggia trent’anni di attività ed è conosciuta in tutto il mondo. «Da inizio anno sono passate persone da 93 Paesi diversi», racconta la titolare, Marina Marchiori.

Come nasce la Sorbetteria?

«Parte da una brutta esperienza. Avevo 25 anni, stavo per sposarmi e mi avevano licenziato. Cercavo lavoro e mi rivolsi al pasticcere Gino Fabbri, che era un grande amico di mio padre. Non aveva un posto per me, ma dopo una settimana mi richiamò per dirmi che c’era una pasticceria in centro a Bologna, l’Antica pasticceria Benfenati, che di Marco Bettazzi non andava. Non avevo soldi, ma mi disse che avrei iniziato a pagare più avanti, quindi decisi di partire con 75 cambiali da pagare».

E come andò?

«Ho voluto rifare completamente il locale, per questo ho speso molto. Io avevo preso il diploma di pasticceria, poi pero avevo lavorato in una gelateria di Bologna, così ho aggiunto il gelato ed è andata subito molto bene, in cinque anni ho pagato tutti i miei debiti. Una cosa cui ho tenuto fin da subito è avere i pozzetti per il gelato, per servirlo sempre al meglio, quando lo chiesi agli artigiani mi dicevano che ero matta. In questi anni da qui sono passati molti, dai ragazzi di Grom a quelli della Funivia e di Amorino, per avere consigli. Poi abbiamo lavorato molto nel resto del mondo, collaboravamo con l’Università del gelato del New Jersey, oggi facciamo consulenze in molti Paesi».

Da allora cos’è cambiato?

«Abbiamo sempre cercato di andare incontro alle esigenze del mercato, abbiamo calato la percentuale di zucchero e ho anche lanciato una linea vegana, nata più per la richiesta dei clienti celiaci. Per due anni non è andata, mentre oggi ne vendiamo molto, anche per le persone diabetiche o gli intolleranti al latte. Abbiamo anche aperto a Milano, dove siamo stati cinque anni, ma dopo una serie di furti e spaccate abbiamo chiuso».

E l’estero?

«Abbiamo dei progetti di consulenza in tanti paesi, fra cui Giappone, Uzbekistan, Manila. All’estero c’è tanta richiesta di gelato».

Ma che dimensioni ha oggi la Sorbetteria?

«Siamo una gelateria artigianale con 12 dipendenti, come gruppo fatturiamo oltre un milione nel 2024, che però contiamo di aumentare nel 2025. Abbiamo le tre sedi di via Castiglione, via Saragozza e alla Ponticella. Usiamo solo frutta di stagione e l’anno prossimo vorremmo provare a togliere altri 2-3 punti di zucchero, stiamo andando sempre più verso un gelato meno *** dolce. Ma siamo un po’ come una sartoria, a seconda del cliente adattiamo il gelato: con l’Indonesia, per esempio, lo facciamo senza zucchero, perché mangiano molto poco zuccherato».

Come nascono i gusti?

E i famosi cremini? «I sei cremini si chiamano come i miei figli e nipoti, il primo è stato Karin, poi Michelangelo, Ludovico, Edoardo, Emma e Guglielmo, sono marchi registrati. I miei figli adesso hanno deciso di cambiare tre gusti, che lanceremo dopo le feste e stiamo testando. Questi sono i primi che creano loro del tutto: largo ai giovani, anche perché io fra tre anni me ne andrò in pensione. Poi ci penseranno loro, se vorranno. Quando dissi a mio papà, che aveva un’azienda di macchine automatiche, che avrei fatto la pasticcera non la prese bene, ma poi è diventato il mio più grande sostenitore. Quindi decideranno loro, non sono obbligati».

Chi passa dalla Sorbetteria?

«Dal primo gennaio a oggi e abbiamo avuto pagamenti da 93 Paesi diversi, non ci volevo credere. Vengono veramente da tutto il mondo, del resto siamo molto conosciuti all’estero. Poi ci sono i clienti di sempre, che magari ho visto prima nella pancia della mamma, poi cresciuti e ora coi passeggini. Ricordo poi ancora quando è venuto il cuoco Alain Ducasse, pluristellato Michelin, per cercare idee. Qui ha conosciuto un ragazzo che poi lo ha aiutato ad aprire una gelateria a Parigi. Tanti ragazzi sono partiti da qui, anche chi La scheda La gelateria artigianale fondata nel 1994 La Sorbetteria Castiglione è stata fondata nel 1994 da Marina Marchiori. Oggi è gestita ancora dalla famiglia e fattura circa un milione di euro, comprese le attività di consulenza all’estero. A La pasticciera Marina Marchiori magari ha attraversato un momento di difficoltà e si è un po’ perso. Per i trent’anni siamo andati tutti a Marrakesh in vacanza».

Ha storie particolari nel cassetto?

«Beh, nei cassetti di un mobile della pasticceria, quando abbiamo iniziato, ho trovato tanti stampini per i babà. Allora li ho riempiti di gelato, ci ho messo un bastoncino e sono nati i Moretto. Ne ho venduti talmente tanti che ho dovuto rifare gli stampi, tanto erano consumati».

Cercate personale?

«Noi cerchiamo sempre, ma da tre anni siamo sotto personale, perché è difficile trovare le persone. Ma vedo che è così un po’ per tutti: anni fa c’è stato il boom di ni all’alberghiero con Master Chef. Ma poi queste persone spariscono».

Marco Bettazzi, Il Resto del Carlino – 16 dicembre 2024

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