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Osterie d’Italia premia i locali dell’Appennino

Tre chiocciole dell’eccellenza e sette segnalazioni nella trentacinquesima guida di Slow Food presentata all’alberghiero Veronelli

Tre chiocciole dell’eccellenza e sette segnalazioni. Cambia qualche fattore, ma il risultato non cambia per i territori inclusi nella Condotta Slow Food valli Reno Lavino e Samoggia che anche nell’edizione 2025 delle
Osterie d’Italia, uscita nella trentacinquesima edizione per i tipi di Slow Food, piazza dieci locali in cima alle valutazioni dei collaboratori del sodalizio dei cultori della tavola ‘buona, pulita e giusta’. Tre sono le chiocciole assegnate tra Savigno, Monteveglio e Zola: alla conferma di Amerigo 1934 e della Trattoria del Borgo quest’anno si è aggiunta La Roverella di Zola Predosa mentre a Marzabotto altra conferma, ma nell’elenco delle ‘segnalazioni’ entra l’Osteria di Sperticano, locale collocato all’interno del parco storico regionale di Monte Sole e condotto da Andrea Santacaterina.
Fra le altre sei segnalazioni da sottolineare la new entry della Fattoria Zivieri, storica azienda di Sasso Marconi, mentre sono confermate le posizioni della Trattoria dai Mugnai e di agriturismo Gradizzolo, entrambe a Monteveglio. E poi l’agriturismo Mastrosasso a Savigno, La Zaira Enoteca con cucina a Bazzano e l’Antica Trattoria Belletti a Montepastore, 600 metri di altitudine a Monte San Pietro. Una densità territoriale di locali di altissima qualità valutata dal cibo e dallo stretto legame con i prodotti e i produttori locali sottolineata nell’incontro che nella sede dell’istituto alberghiero Veronelli di Casalecchio ha riunito i ristoratori, gli amministratori e i vertici della Condotta impegnati ad analizzare questo ‘sussidia rio del mangiarbere all’italiana’. «Trentacinque anni di storia non sono pochi, e non sono pochi per una pubblicazione che ha ancora un formato tattile, la carta.– ha affermato Elisa Azzimondi della redazione della guida-. Ci si è interrogati a lungo se il cartaceo avesse ancora un senso, ma è stato deciso di mantenere questo presidio, ovviamente accostandolo alla guida digitale, come è giusto che si faccia oggi.
Osterie d’Italia si è adattata ai tempi, tuttavia ha preservato l’attitudine a dar voce al percorso degli osti che si impegnano per creare un dialogo e valorizzare l’opera di agricoltori, allevatori e casari, che faticano moltissimo per creare prodotti di qualità e sostenibili e, nello stesso tempo, devono fronteggiare la concorrenza della grande distribuzione. La scelta di mangiare in un ristorante piuttosto che in un altro, quindi, è un atto sociale e politico». Accolti dalla dirigente scolastica Rosalba De Vivo, e accompagnati dalla presidente della Condotta Raffaella Melotti, gli osti premiati hanno offerto una degustazione delle
loro specialità, in abbinamento ai vini locali.


Gabriele Mignardi, Il Resto del Carlino – 5 dicembre 2024

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